Un’esplosione meravigliosa
Nel libro Kisses from Katie (“Baci da Katie”), Katie Davis racconta la gioia del trasferimento in Uganda e dell’adozione di diverse bambine ugandesi. Un giorno, una delle sue bambine le chiese: “Mamma, se faccio entrare Gesù nel mio cuore, il cuore esploderà?” Subito Katie le rispose di no. Il fatto che Gesù entri nel nostro cuore è un evento spirituale. Tuttavia, dopo aver pensato meglio alla domanda della piccola, Katie le spiegò che quando decidiamo di dare la nostra vita e il nostro cuore a Gesù “ci sarà un’esplosione di amore, di compassione, di dolore verso coloro che soffrono e di gioia verso coloro che sono felici.” In sostanza, conoscere Cristo porta ad un profondo desiderio di prendersi cura della gente nel nostro mondo.
Ricordare Dio
Dio benedica la nostra patria, Ghana” è la prima riga dell’inno nazionale ghanese. Gli inni nazionali di altri Stati africani includono le seguenti frasi: “O Uganda, che Dio ti protegga!” oppure “Dio benedica la nostra nazione” (Sudafrica) e ancora “O Dio della creazione, dirigi la nostra nobile causa” (Nigeria). Usando gli inni come preghiere, i padri fondatori chiedevano a Dio di benedire le loro terre e la loro gente. Molti inni nazionali in Africa e in altre parti del mondo parlano di Dio come il Creatore e come Colui che provvede. Altri estratti di inni esortano popoli—spesso divisi da barriere etniche, politiche e sociali—alla riconciliazione, al cambiamento, alla speranza.
Quando Dio parla piano
Amo fotografare il tramonto sul Lago Michigan. Alcuni tramonti sono come sottili sfumature di pastello. Altri sembrano larghe pennellate di colore brillante. A volte il sole scende in silenzio dietro il lago. Altre volte sparisce in un’ardente esplosione.
Dovevi agire
John Lewis, membro del Congresso degli Stati Uniti, aveva 23 anni quando nel 1963 partecipò alla “Grande marcia su Washington” a sostegno dei diritti civili, guidata dal Dr. Martin Luther King Jr. Mezzo secolo più tardi, il giornalista Bill Moyers chiese a Lewis in quale modo fosse stato influenzato dal discorso I Have A Dream (“Io ho un sogno”) che il Dr. King pronunciò quel giorno. Il sig. Lewis rispose: “Non era possibile, dopo aver ascoltato quel discorso, tornare ai propri affari come al solito. Dovevi agire, dovevi fare qualcosa. Dovevi per forza muoverti. Dovevi uscire e diffondere la buona notizia”.
La meraviglia della vista
Sul sito web livescience.com ho letto qualcosa di veramente sorprendente: “Se tu fossi in piedi in cima ad una montagna e osservassi una zona del pianeta più grande del solito, potresti percepire le luci che brillano a centinaia di miglia di distanza. In una notte buia, potresti perfino vedere la fiamma tremolante di una candela a 30 miglia (48 km) di distanza”. Non sono necessari né un telescopio né degli occhiali per visione notturna: l’occhio umano è stato ideato in modo talmente sofisticato da poter cogliere immagini nitide anche a grande distanza.
Lasciare alle spalle
Nell’anno in cui nostro figlio prese la patente di guida, o giù di lì, iniziò a portare con sé un portafoglio. Diverse volte ci chiamarono persone che avevano ritrovato il suo portafoglio da qualche parte, così lo esortammo a prestare maggiore attenzione e a non lasciarlo in giro.
La Parola di Dio rinfresca
Quando ero ragazzo, la nostra famiglia a volte viaggiava attraverso il Nevada. Le tempeste del deserto ci piacevano moltissimo. Accompagnate da lampi e dal fragore dei tuoni, enormi distese di pioggia si riversavano a perdita d’occhio sulla sabbia calda. L’acqua della pioggia rinfrescava la terra—e noi.
Diffusione di gentilezza
La notizia di un semplice gesto di gentilezza avvenuto in una metropolitana di New York ha fatto il giro del mondo. Un giovane uomo, la cui testa era coperta dal cappuccio della felpa, si era addormentato sulla spalla di un passeggero più anziano. Quando qualcuno si offrì di svegliare il giovane, l’anziano uomo rispose pacato: “Deve aver avuto una lunga giornata. Lasciatelo riposare. Ci siamo passati tutti”. Poi lasciò che lo stanco ragazzo dormisse per gran parte dell’ora seguente appoggiato alla sua spalla, finché l’anziano signore si scansò gentilmente per alzarsi e scendere alla sua fermata. Nel frattempo, però, un altro passeggero aveva scattato una fotografia e l’aveva pubblicata su un social network: la notizia si diffuse in un lampo.
Ne vale la pena
Non ci riesco!” disse Robert disperato, lanciando lontano la sua matita. “È troppo difficile!” Leggere, scrivere e scandire le parole sembrava un’impresa ardua per nostro figlio di 9 anni, dislessico. Alla fine ci indicarono la soluzione, ma sarebbe stata dura. Avremmo dovuto fare tutte le sere per 20 minuti esercizi di lettura e scrittura con lui, senza eccezioni. A volte ci sembrava di non farcela, altre volte ci sentivamo scoraggiati per gli scarsi progressi. Ma eravamo determinati a far coincidere l’età cronologica di Robert con le abilità di lettura proprie della sua età e così abbiamo proseguito la battaglia.