Recentemente, Dallas, il mio nipotino di 5 anni, mi ha chiesto: “Perché Gesù è morto sulla croce?” Così abbiamo avuto una breve conversazione. Gli ho spiegato del peccato e della decisione di Gesù di sacrificarsi per noi. Poi lui è corso fuori a giocare.
Un paio di minuti più tardi, l’ho sentito spiegare alla sua cuginetta Katie, anche lei di 5 anni, perché Gesù è morto sulla croce. Katie poi ha replicato: “Ma Gesù non è morto”. Dallas invece: “Sì, è morto. Me lo ha detto nonno. È morto sulla croce”.
Ho compreso allora che non avevo completato la storia. Così abbiamo iniziato una nuova conversazione e ho spiegato a Dallas che Gesù è risorto dai morti. Abbiamo poi ripercorso insieme tutta la storia, finché non ha capito che Gesù oggi è vivo, anche se egli è morto per noi.
Che bell’esempio per noi, quello di ricordarci che la gente ha bisogno di ascoltare l’intero vangelo. Quando un uomo etiope chiese spiegazioni a Filippo riguardo a un brano specifico della Scrittura che non capiva, Filippo “prese a parlare e, cominciando da questo passo della Scrittura, gli comunicò il lieto messaggio di Gesù” (Atti 8:35).
Racconta agli altri la buona notizia di Gesù: che siamo tutti peccatori e che abbiamo bisogno di essere salvati; che il Figlio perfetto di Dio è morto per salvarci: che Egli è risorto dalla tomba, mostrando il Suo potere sulla morte. Gesù, nostro Signore, è vivo e desidera vivere la Sua vita in noi.
Quando qualcuno ti chiede di Gesù, ricordati di raccontare tutta la storia!