Mese: settembre 2015

Promemoria di una mosca

Quando iniziai a lavorare nel piccolo ufficio che ho tutt’ora in affitto, gli unici abitanti del posto erano alcune mosche. Molte di loro erano passate a miglior vita, e i loro corpi riempivano il pavimento e i davanzali delle finestre. Ho tolto tutte le mosche morte, tranne una. Quella l’ho lasciata in piena vista.

Scatole di fazzoletti

Seduto nella sala d’aspetto della sala operatoria, avevo tempo per riflettere. Ero stato qui di recente, quando avevamo ricevuto l’agghiacciante notizia che il mio unico fratello, ancora troppo giovane, era “cerebralmente morto”.

Lezioni nella sofferenza

L’immagine in primo piano sullo schermo gigante era chiara e dettagliata: riuscivamo a vedere bene i tagli profondi sul corpo dell’uomo. Un soldato lo stava picchiando, mentre la folla arrabbiata derideva l’uomo il cui volto, ora, grondava sangue. La scena appariva talmente reale che, nel silenzio del cinema all’aperto, rabbrividivo e facevo smorfie come se sentissi il dolore sulla mia pelle. Eppure si trattava solo di una ricostruzione cinematografica delle sofferenze che Gesù ha sopportato per noi.

Amici delle 2 di notte

Un amico mi ha raccontato di un gruppo di persone che condividono un forte legame di fede in Cristo. Una di loro, una donna di 93 anni, ha detto: “So che posso chiamare ciascuno di voi alle 2 di notte, e non devo neppure scusarmi per l’ora, se penso di avere bisogno di un qualsiasi aiuto”. Che il bisogno sia la preghiera, un aiuto pratico o qualcuno che ti stia accanto in un momento difficile, questi amici sono impegnati l’uno per l’altro senza condizioni.

Perché Dio non se ne cura?

Perché l’autista ubriaco sopravvive incolume all’incidente, mentre la sua vittima—sobria—viene gravemente ferita? Perché i malvagi prosperano, mentre la gente per bene soffre? Quante volte nella tua vita ti sei sentito talmente confuso per come le cose stavano andando, da gridare: “Perché Dio non se ne cura?”

Sentirsi abbandonati

Nel suo libro Le lettere di Berlicche, C. S. Lewis narra di una conversazione immaginaria tra un diavolo anziano e un diavolo giovane, in cui discutono sul modo migliore di tentare un cristiano. I due diavoli desiderano distruggere la fede in Dio del credente. “Non ingannarti,” dice il diavolo più anziano all’apprendista. “La nostra causa è in maggior pericolo soprattutto quando un essere umano . . . si guarda intorno e scorge un universo dal quale ogni traccia di Lui sembra essere svanita, e si chiede perché è stato abbandonato, e tuttavia continua a ubbidire”.

La bussola di Dio

Durante la Seconda Guerra Mondiale, delle piccole bussole salvarono la vita a 27 marinai, 300 miglia al largo della costa del Nord Carolina. Waldemar Semenov, un marinaio commerciante in pensione, stava servendo a bordo della SS Alcoa Guide come ingegnere quando un sottomarino tedesco affiorò, aprendo il fuoco verso la nave. La nave fu colpita, prese fuoco e iniziò ad affondare. Semenov e la sua ciurma calarono in acqua delle barche di salvataggio munite di bussole e usarono le bussole per trovare le rotte di navigazione più vicine alla riva. Dopo tre giorni, gli uomini furono tratti in salvo.

Parole e azioni

L’email che mi era arrivata da uno dei miei studenti del corso di scrittura all’università esprimeva urgenza. Era la fine del semestre e lo studente si era reso conto che aveva bisogno di un voto più alto nella mia materia per poter partecipare alle attività sportive. Cosa poteva fare? Aveva saltato alcuni compiti, così gli diedi due giorni per completare le tesine e migliorare i suoi voti. Mi rispose: “Grazie. Lo farò”.

Dio ha tanto amato . . .

Il 28 Luglio 2014 ha segnato il centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale. I media inglesi hanno proposto molte discussioni e documentari che ricordassero l’inizio di questo conflitto durato 4 anni. Anche il programma TV Mr. Selfridge, ambientato in un centro commerciale di Londra, ha incluso degli episodi che si svolgevano nell’anno 1914, in cui giovani commessi si offrivano volontari per servire nell’esercito. Mentre osservavo questa immagine di sacrificio di se stessi, ho sentito un nodo alla gola. I soldati che stavo vedendo erano così giovani, così pronti a servire, ed era molto improbabile che facessero ritorno a casa dall’orrore delle trincee.