Mese: luglio 2016

La razza umana

La sveglia suona. Troppo presto, sembra. Ma hai una lunga giornata davanti a te. Hai del lavoro da fare, appuntamenti da rispettare, persone di cui prenderti cura o tutte queste cose insieme, e oltre. Ogni giorno, molti di noi corrono da una parte all’altra. Come disse qualcuno, scherzando in lingua inglese: “Ecco perché veniamo chiamati razza umana” (human race: in inglese race, oltre che razza vuol dire anche gara, corsa).

Distrazioni tattiche

La prima volta che io e mia moglie lavorammo insieme ad un progetto di scrittura fu presto evidente che la mia tendenza a procrastinare sarebbe stato l’ostacolo maggiore. Il suo compito era quello di correggere ciò che scrivevo e aiutarmi a rispettare i tempi; il mio ruolo sembrava essere quello di farla impazzire. La maggior parte del tempo, la sua organizzazione e pazienza superava la mia resistenza alle scadenze e alle direttive.

Egli comprende

Alcuni bambini piccoli fanno fatica ad addormentarsi la sera. Le ragioni possono essere tante, ma una di esse me la spiegò una sera mia figlia mentre stavo uscendo dalla sua cameretta: “Ho paura del buio” mi confessò. Cercai di rassicurarla, ma poi lasciai una luce notturna accesa in modo che fosse certa che in camera sua non ci fossero mostri.

Segnare il passo

Il comando militare: “Segnate il passo!” vuol dire marciare sul posto senza andare avanti. Si tratta di una pausa attiva restando in movimento: in questo modo si rimane mentalmente preparati, in attesa del prossimo comando.

Fiducia mal riposta

Mi piace osservare gli uccelli, un’attività che ho sviluppato crescendo in un villaggio nella foresta del Ghana, dove c’è abbondanza di varietà di uccelli. Nel sobborgo della città dove abito adesso, recentemente ho osservato il comportamento di alcuni corvi interessanti. Volando verso un albero che aveva perso la maggior parte delle sue foglie, i corvi decisero di riposarsi. Ma invece che scegliere un ramo verde, si appoggiarono su un ramoscello secco e debole che presto si spezzò sotto il loro peso. Volarono via all’improvviso per scampare al pericolo, solo per ripetere lo stesso tentativo su un ramo simile. Apparentemente il loro “sesto senso” di uccelli non li aiutava a capire che un ramo solido era più affidabile per riposarsi.

Una mano aperta

Nel 1891 Biddy Mason fu posto in un anonimo sepolcro. Non era inusuale per una donna nata in schiavitù, ma era significativo per qualcuno che avesse fatto la vita di Biddy. Dopo aver vinto la propria libertà con una battaglia legale nel 1856, combinò le sue abilità da infermiera con sagge decisioni finanziarie e fece una piccola fortuna. Osservando la piaga di migranti e prigionieri, lei cercò di aiutare, spendendo così tanto in beneficienza che la gente iniziò a mettersi in fila davanti alla sua porta per ricevere aiuto. Nel 1872, dopo sedici anni dalla fine della sua schiavitù, lei e suo genero finanziarono la Prima Chiesa Metodista Africana della città di Los Angeles, America.

Il Dono e il Donatore

È solo una collana. Cinque piccoli cubi tenuti insieme da un laccio nero. Mia figlia me lo diede anni fa quando aveva 7 anni. Oggi il laccio è consumato e i cubi sono crepati, ma si legge ancora un messaggio che non invecchia mai: “IO PAPA’”

Inaspettato

Viaggiando verso gli Stati Uniti d’America del sud con un caldo torrido, io e mia moglie decidemmo di fermarci per mangiare un gelato. Sul muro dietro al bancone c’era questa scritta: “Assolutamente vietato l’uso della motoslitta”. La battuta era molto divertente, perché inaspettata.

Dal lutto alla danza

“Stiamo eliminando la tua mansione”. Circa una decina di anni fa queste parole mi lasciarono senza fiato: l’azienda per cui stavo lavorando aveva deciso di tagliare il mio ruolo professionale. Al momento ero sconvolta, in parte perché la mia identità era strettamente connessa con il mio lavoro di editore. Recentemente ho provato una tristezza simile quando ho sentito che il mio lavoro da libera professionista stava finendo. Questa volta però non ho più provato la sensazione che mi mancasse la terra sotto i piedi, perché negli anni ho visto la fedeltà di Dio e come riesce a trasformare il lutto in gioia.