Mese: Giugno 2017

Una tazza di conforto

Un’amica mi ha spedito per posta alcuni oggetti in ceramica che ha realizzato lei stessa. Aprendo la scatola, però, mi sono accorta che durante il viaggio qualcosa si era danneggiato. Una delle tazze si era rotta in grossi pezzi, lasciando nel pacco un po’ di polvere e diversi frammenti più piccoli.

Una ragione per sorridere

Sul posto di lavoro, l’incoraggiamento fa la differenza. Il modo in cui i dipendenti parlano tra loro ha un impatto sulla soddisfazione del cliente, sul profitto dell’azienda e sulla serenità dei lavoratori. Diversi studi mostrano che i gruppi di lavoro più efficaci sono quelli in cui l’incoraggiamento è sei volte maggiore che la disapprovazione, il dissenso o il sarcasmo. In ambienti di lavoro meno efficaci, si tende invece a dire tre parole negative per ogni parola positiva.

Guidato da Dio

Alcuni mesi fa ho ricevuto una email che mi invitava ad aggregarmi a una comunità di “persone motivate”. Ho deciso di controllare la definizione della parola “motivato” è ho scoperto che indica qualcuno che ha un forte desiderio di successo e che lavorerà sodo per raggiungere i suoi obiettivi.

Un Padre perfetto

Un giorno mio padre ammise: “Quando eri piccola, sono stato poco presente”.

Tempo insieme

Durante le due ore del viaggio di ritorno dal matrimonio di un parente, mia madre mi domandò per la terza volta in cosa consistesse il mio nuovo lavoro. Mentre spiegavo dettagliatamente, come se fosse la prima volta, mi chiedevo se fosse possibile rendere le mie parole più memorabili. Mia madre soffre di Alzheimer, una malattia che distrugge progressivamente la memoria, condiziona il comportamento, e alla fine porta alla perdita del linguaggio—e non solo.

Vivificati

Quando era giovane, mio padre viaggiava con un gruppo di amici per un evento sportivo fuori città quando la loro auto sbandò sull’asfalto bagnato. Ebbero un incidente—un brutto incidente. Uno dei suoi amici restò paralizzato, un altro morì. Mio padre fu dichiarato morto e portato all’obitorio. I suoi genitori, sconvolti e distrutti, andarono a identificarlo. Ma mio padre non era morto e riprese a respirare; uscì da quello che fu poi definito un coma profondo. Il loro strazio si trasformò in gioia.

Il vincolo della pace

Ho mandato una email a un’amica, affrontando una questione su cui non eravamo d’accordo; lei non mi ha risposto. Avevo esagerato? Non volevo peggiorare la situazione e irritarla, ma non volevo neppure lasciare le cose irrisolte prima che partisse per un viaggio lontano. Continuava a venirmi in mente, nei giorni successivi, e allora pregavo per lei, insicura su come procedere. Poi una mattina sono uscita per una camminata al parco e l’ho vista. Ho anche notato la smorfia di dolore sul suo viso quando mi ha guardato. “Grazie, Signore, che posso parlare con lei,” ho sussurrato, mentre mi avvicinavo a lei con un sorriso. Abbiamo parlato apertamente e siamo riuscite a risolvere la questione.

Ritmi di grazia

Un amico e sua moglie, ultranovantenni e sposati da 66 anni, hanno scritto di recente la storia della loro famiglia per i figli, i nipoti e le generazioni successive. Il capitolo finale, “Una lettera da mamma e papà”, contiene le importanti lezioni di vita che hanno imparato. Una in particolare mi ha portato a fermarmi e riflettere sulla mia vita: “Se hai la sensazione che la vita cristiana ti stia esaurendo, che stia prosciugando le tue energie, allora quello che stai facendo è praticare una religione e non godere del tuo rapporto con Gesù Cristo. Camminare con il Signore non rende stanchi; al contrario, rinvigorisce, ristora le forze, dà energia alla tua vita” (Matteo 11:28-29).

Guarda le nuvole

Un giorno, molti anni fa, io e miei bambini eravamo sdraiati in giardino e guardavamo le nuvole spostarsi sopra di noi. “Papà,” mi domandò uno di loro, “perché le nuvole galleggiano?” “Devi sapere, figlio mio,” iniziai, pronto a dargli un assaggio della mia vasta conoscenza; ma poi decisi di tacere. “Non lo so,” ammisi, “ma lo scoprirò e te lo dirò”.