Mese: dicembre 2017

Ricordi che rafforzano la fede

Mentre la musica riempiva la chiesa, guardavo la folla che si era riunita per celebrare il Capodanno. Ripensavo alle preghiere che avevamo fatto un anno prima, e il mio cuore si riempiva di gioia e nuova speranza. La nostra chiesa aveva provato dolore per il lutto di persone care, lottato in preghiera per ragazzi ribelli, per problemi di lavoro, relazioni infrante. Ma avevamo anche vissuto la grazia di Dio, visto cuori cambiati e rapporti guariti. Avevamo celebrato vittorie, matrimoni, lauree, battesimi—tutto nella famiglia di Dio. Avevamo accolto neonati, bimbi adottati—tutti presentati al Signore. E molto, molto altro ancora.

Tempo per concludere

Alla fine dell’anno è possibile che ci sentiamo schiacciati dalla lista delle cose che non siamo riusciti a completare. Le responsabilità a casa e al lavoro sembrano infinite, e ciò che non finiamo oggi si ripresenta domani. Ma ci sono momenti nel nostro cammino di fede in cui dobbiamo fermarci e celebrare la fedeltà di Dio per ciò che è stato completato.

Ciò che resta nell’occhio

Il colibrì deve il suo nome in inglese (hummingbird) al ronzio delle ali che sbattono velocemente. In altre lingue questo uccellino è noto come “baciatore di fiori” (portoghese) o “gioiello volante” (spagnolo). Uno dei miei nomi preferiti però è biulu, “ciò che resta dell’occhio” (lingua zapoteca, Messico). In altre parole, una volta che vedi un colibrì non lo dimentichi più.

Momenti di ogni giorno

Dopo aver caricato le buste della spesa in macchina, uscii cautamente dal parcheggio. All’improvviso un uomo, non notando che mi stavo avvicinando, attraversò la strada proprio di fronte a me. Frenai di colpo, schivandolo per un pelo. Spaventato, anche lui alzò lo sguardo e per un attimo ci guardammo. In quel momento avevo una scelta: rispondere con un gesto di frustrazione o con un sorriso indulgente. Sorrisi.

Diario di ringraziamento

Avevo creduto da poco in Gesù e il mio mentore spirituale mi incoraggiò a tenere un diario di ringraziamento. Era un piccolo libretto che portavo con me ovunque. A volte scrivevo al momento un motivo per cui ringraziare. Altre volte lo facevo alla fine della giornata, durante un tempo di riflessione.

Ma che . . .?

Quando Andrew Cheatle perse il suo cellulare sulla spiaggia era certo che non lo avrebbe mai più ritrovato. Circa una settimana dopo, però, il pescatore Glen Kerley lo chiamò. Aveva tirato fuori il telefono di Cheatle, ancora funzionante dopo averlo asciugato, dallo stomaco di un merluzzo di dieci chilogrammi.

Tradizioni e Natale

Mentre assapori un bastoncino di zucchero questo Natale, puoi dire “Danke schön” ai tedeschi, dato che questo dolcetto è stato inventato a Cologna. Se ammiri una pianta di stelle di Natale, ricordati di dire “gracias” al Messico, dove in origine fu piantata. Invece puoi dire “merci beaucoup” ai francesi per il termine noel, o ringraziare gli inglesi per il vischio.

Un brivido di speranza

Reginald Fessenden aveva lavorato per anni per inventare un sistema di comunicazione ad onde radio. Altri scienziati trovavano le sue idee poco ortodosse e radicali, e dubitavano avrebbe avuto successo. E tuttavia, Fessenden fu la prima persona che, il 24 dicembre 1906, suonò della musica per radio.

Dio con noi

“Cristo con me, Cristo davanti a me, Cristo dietro di me, Cristo in me, Cristo sotto di me, Cristo sopra di me, Cristo alla mia destra, Cristo alla mia sinistra . . .” Le parole di questo inno, scritte da Patrizio, cristiano irlandese del quinto secolo, riecheggiano nella mia mente quando leggo il racconto della nascita di Gesù nel Vangelo di Matteo. Mi danno la sensazione di un caldo abbraccio, mi ricordano che non sono mai sola.