Mese: settembre 2018

Modi inaspettati

Nel 1986 un bambino di cinque anni, Levan Merritt, cadde nel recinto dei gorilla di uno zoo inglese nel Jersey. Mentre i genitori e gli astanti gridavano aiuto, un esemplare maschio adulto di gorilla di nome Jambo, si posizionò in mezzo tra il ragazzo e diversi altri gorilla. Poi iniziò ad accarezzare dolcemente la schiena del bambino. Quando Levan iniziò a piangere, Jambo condusse gli altri gorilla nella tana mentre il personale dello zoo e i medici dell’ambulanza si avvicinavano per i soccorsi. Più di trent’anni dopo, Levan parla ancora di Jambo, il gorilla gentile, il suo angelo custode che agì in un modo inatteso, cambiando per sempre la sua idea sui gorilla.

Dove trovare speranza

Elizabeth aveva lottato per lungo tempo con la dipendenza da droghe. Quando ne uscì, aveva il desiderio di aiutare altri per ricambiare l’aiuto che le era stato dato. Così iniziò a scrivere bigliettini e a metterli anonimamente in giro per la città. Ad esempio, ne infilava uno sotto i tergicristalli di un’auto oppure altri li attaccava sui pali del parco. Quando lottava con la droga, era lei che cercava segnali di speranza in giro per la città; ora è lei che li lascia ad altri. Uno dei suoi bigliettini si concludeva così: “Molto amore. Nuova speranza”.

A suo tempo

Ieri ho comprato un biglietto aereo per mandare mia figlia maggiore all’università. Mi sorprendo che la tastiera del mio computer funzioni ancora, dati i fiumi di acqua che i miei occhi hanno versato durante l’acquisto del biglietto. Questi diciotto anni di vita quotidiana con lei sono stati una gioia e l’idea che parta mi rattrista. Eppure, non la priverei mai di questa opportunità solo perché temo che mi mancherà. A questo punto della vita, è giusto che si imbarchi in una nuova avventura per scoprire la vita adulta e un nuovo angolo del Paese.

Scolpiti sul palmo della Sua mano

Durante i molti anni che Charles Spurgeon trascorse nella sua chiesa di Londra, nell’Ottocento, amava predicare sulla profondità di Isaia 49:16, verso che afferma che Dio ci ha scolpiti sui palmi delle Sue mani. Diceva così: “Questo testo dovrebbe essere predicato centinaia di volte!” Si tratta di un pensiero così prezioso che possiamo riprenderlo nella mente ancora e ancora.

Eredità d’amore

Stavo sfogliando la Bibbia della mia bisnonna quando mi è capitato per le mani un piccolo tesoro. Su un piccolo pezzo di carta, con una scrittura di bambina, c’erano le parole: “Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli. Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati” (Matteo 5:3-4). Accanto a quei versi, in un corsivo incerto, c’era la firma di mia madre.

Il modo giusto di pregare

Ammiro la gente che prende nota delle richieste di preghiera, magari in un quaderno con le pagine segnate dall’uso. Sai, quelli che segnano ogni richiesta che fanno, poi ringraziano fedelmente per le risposte ricevute e aggiornano la lista. Allo stesso modo, ammiro coloro che si incontrano con altri per la preghiera e che consumano il tappeto ai piedi del letto a furia di stare in ginocchio. Per anni ho cercato di copiare il loro stile, di rincorrere una perfetta vita di preghiera, di imitare l’eloquenza di tutte quelle persone “tanto più brave di me”. Ho fatto di tutto per cercare di afferrare quello che mi pareva un mistero, ovvero capire e imparare quale fosse il modo giusto di pregare.

È buono per te?

Poiché mi piace il cioccolato fondente, una volta ho messo su Google: “Fa bene il cioccolato fondente?” Sono uscite molte risposte, alcune positive, altre negative. Puoi provare a mettere nei motori di ricerca domande simili riguardo a qualunque alimento. Fa bene il latte? E il caffè? Il riso ti fa bene? Troverai risposte talmente contradditorie che forse è bene comprendere che è la ricerca stessa a non fare bene. Potrebbe venirti un gran mal di testa!

La soddisfazione definitiva

Stavamo distribuendo degli snack durante un incontro biblico per bambini, quando notammo un bimbo che divorava la sua merenda. Poi si mise a mangiare anche gli avanzi delle merende degli altri al suo tavolo. Perfino dopo avergli dato un sacchetto di pop-corn, ancora non era sazio. Tutti noi adulti eravamo preoccupati chiedendoci perché questo bambino era tanto affamato.

Cosa c’è in un nome?

“Gip” Hardin, pastore metodista, diede a suo figlio lo stesso nome del famoso predicatore John Wesley, con la speranza che da adulto seguisse Dio allo stesso modo. Tuttavia, John Wesley Hardin scelse un cammino molto diverso dall’omonimo uomo di Dio. Noto per aver ucciso 42 persone, Hardin divenne uno dei più famosi pistoleri e fuorilegge dell’America occidentale della fine dell’Ottocento.