Mese: giugno 2019

Attraverso una nuova lente

“Deve essere sorprendente guardare un albero e poter vedere le singole foglie invece che una unica macchia di verde!” disse mio padre. Non avrei saputo dirlo meglio. Avevo diciotto anni allora e non ero molto felice di dover indossare i miei nuovi occhiali da vista: eppure quelli occhiali avevano trasformato le cose sfuocate in immagini bellissime!

Squali che non mordono

I miei figli erano entusiasti, ma io mi sentivo a disagio. Durante una vacanza, decidemmo di visitare un acquario dove i visitatori potevano accarezzare piccoli squali tenuti in una speciale vasca. Quando chiesi all’addetto se quegli squaletti avessero mai azzannato delle dita, mi spiegò che gli squali erano stati appena nutriti e poi era stato dato loro anche cibo extra. Non avrebbero morso perché non avevano fame.

Deviazioni divine

Può essere difficile quando ci viene detto un “no” o un “non ora”, specialmente quando abbiamo la sensazione che Dio ci abbia aperto una porta per servire gli altri. All’inizio della mia carriera come servitore del Signore, mi furono proposte due opportunità e in entrambi i casi pensai che i miei doni e le mie abilità rispondevano alle esigenze delle chiese. In tutti e due i casi le porte alla fine si chiusero. Dopo queste due delusioni, arrivò un’altra proposta e questa volta andò bene. Con quella chiamata iniziarono tredici anni di intenso lavoro come pastore: un periodo che mi ha cambiato la vita.

Sciogliere la corda

C’è una organizzazione cristiana che ha tra i suoi scopi quello di promuovere la natura risanatrice del perdono. Una delle loro attività prevede una scenetta in cui una persona che ha subito un torto è legata schiena a schiena con una corda alla persona che l’ha ferita. Solo colui che ha subito il male può sciogliere la corda. Non importa quello che fa, quella persona ha qualcuno sulla sua schiena. Senza perdono—senza sciogliere quella corda—non può fuggire.

Il tuo elogio

Torno dal funerale di una donna fedele, il mio cuore è pieno di emozioni. La sua vita non era spettacolare. Non era molto conosciuta al di fuori della chiesa, del suo gruppo di vicini e amici. Ma amava Gesù, i suoi sette figli e i suoi venticinque nipoti. Lei rideva spesso, serviva generosamente, ed era capace di calciare una palla molto lontano.

Fuoco delle vanità

Nel febbraio del 1497, un frate di nome Girolamo Savonarola appiccò un falò. Nei mesi precedenti, lui e i suoi seguaci avevano raccolto molti oggetti che pensavano potessero invogliare le persone a peccare o trascurare i loro doveri religiosi—tra cui opere d’arte, cosmetici, strumenti musicali e abiti. Nel giorno stabilito, migliaia di oggetti di vanità furono raccolti in una piazza pubblica di Firenze e incendiati. L’evento è diventato famoso come il falò delle vanità.

Giocare con gioia

Uno dei nostri figli, Brian, è un allenatore di pallacanestro della scuola superiore. Un anno, mentre la sua squadra si stava facendo strada attraverso il torneo di basket dello stato di Washington, la gente continuava a domandargli, con le migliori intenzioni: “Pensi di vincere tutto quest’anno?” Sia i giocatori che gli allenatori sentivano la pressione, così Brian adottò un motto: “Gioca con gioia!”

Il Signore gioisce

Mia nonna recentemente mi ha mandato una cartellina piena di vecchie fotografie e, mentre le sfogliavo, una in particolare ha attirato la mia attenzione. Mi ritrae a due anni, seduta al margine di un focolare di fronte a un camino. Dall’altro lato, mio padre ha il braccio intorno alle spalle di mia madre. Entrambi mi guardano con un’espressione di amore e di gioia.

Nascondino

“Mi troverà,” pensavo. Sentivo il mio piccolo cuore battere più veloce, poi le orme di mio cugino di cinque anni dietro l’angolo. Si stava avvicinando. Cinque passi di distanza. Tre. Due. “Trovato!”