Quando non comprendiamo
Anche se dipendo dalla tecnologia ogni giorno per fare il mio lavoro, non capisco molto bene come funziona. Accendo il mio computer, apro un documento Word e inizio a scrivere. Eppure la mia incapacità di comprendere come i microchip, l’hard-drive, le connessioni Wi-Fi e gli schermi a colori possano funzionare veramente non mi impedisce di beneficiare della tecnologia.
Formando i Tuoi pensieri
Quando il maresciallo McLuthan coniò la frase “il mezzo è il messaggio” nel 1964 i computer ancora non c’erano, i telefoni cellulari erano fantascienza e internet non esisteva. Oggi comprendiamo che si trattava di una previsione davvero azzeccata se pensiamo a quanto il nostro pensiero è influenzato in questa era digitale. Nel libro di Nicholad Carr Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello, egli scrive: “I media forniscono il materiale del pensiero, ma al tempo stesso formano anche il processo del pensiero. La rete sembra mandare in frantumi la mia capacità di concentrazione e contemplazione. Che sia online o no, ora la mia mente si aspetta di ottenere le informazioni nel modo caratteristico della Rete: come flusso di particelle in rapido movimento”.
Nessuna paura
Quasi ogni volta che nella Bibbia c’è l’apparizione di un angelo, le prime parole che pronuncia sono: “Non temere” (Dan 10:12,19; Mat 28:5; Apo 1:17). Non c’è da stupirsi. Quando il soprannaturale incontra il pianeta terra, di solito gli umani che assistono alla scena cadono a terra spaventati a morte. Ma Luca ci racconta che Dio ha deciso di venire sulla terra prendendo una forma che non ci spaventa. In Gesù, nato in una stalla e messo in una mangiatoia, Dio ha trovato davvero un approccio di cui non dobbiamo avere paura. Cosa potrebbe spaventare meno di un neonato?
Sollievo dal calore del sole
Vivendo in Gran Bretagna di solito non mi preoccupo delle scottature. Dopo tutto, il sole è coperto da una spessa coltre di nuvole. Ma di recente abbiamo trascorso un po’ di tempo in Spagna e ho realizzato in fretta che con la mia pelle chiara potevo stare al sole solo dieci minuti prima di dover correre sotto l’ombrellone.
Chi glielo dirà?
La Seconda Guerra Mondiale era finita. La pace era stata dichiarata. Ma il giovane tenente Hiroo Onoda dell’esercito imperiale giapponese, stazionato su un’isola nelle Filippine, non sapeva che fosse finita. Vennero fatti vari tentativi per rintracciarlo. Furono lanciati dei volantini sul luogo in cui si trovava, sui quali era scritto che la guerra era finita. Dato che l’ultimo ordine che Onoda aveva ricevuto nel 1945 era stato di restare sul posto e combattere, si convinse che si trattava di propaganda del nemico e che la notizia era falsa. Non si arrese fino al marzo del 1974, a quasi trent’anni dalla fine della guerra. Quando il suo comandante dell’epoca decise di fare il viaggio dal Giappone alle Filippine, annullando l’ordine che gli aveva dato e sollevando Onoda dal suo dovere, alla fine il tenente credette che la guerra fosse davvero finita.
Perché Io lo amo
Il giorno prima che mio marito tornasse a casa da un viaggio di lavoro, mio figlio mi ha detto: “Mamma, voglio che papà torni a casa”. Gli ho chiesto perché e mi aspettavo che mi rispondesse che non vedeva l’ora di ricevere il regalo che di solito gli portava al rientro, oppure che gli mancasse giocare a palla con lui. Lui invece ha affermato solennemente: “Voglio che torni a casa perché lo amo!”
Chi stai difendendo?
Quando l’insegnate di Kathleen la chiamò alla lavagna per fare l’analisi grammaticale di una frase, lei andò nel panico. Essendo nuova in classe, non aveva ancora imparato questa a fare l’analisi grammaticale. La classe rise di lei.
Mento in su
Emil era un senzatetto che aveva speso tutta la vita a guardare per terra, giorno dopo giorno, in giro per la città. Si vergognava di incontrare lo sguardo degli altri in caso lo riconoscessero, perché la sua vita non era sempre stata sulla strada. Ma era soprattutto concentrato a trovare qualche moneta persa o una sigaretta ancora accesa. Questa abitudine di guardare in giù divenne talmente radicata che la sua schiena iniziò a curvarsi e restare in quella posizione, tanto che non riusciva più a drizzarsi bene.
Chi ti sta guardando?
Ovunque gli atleti delle Olimpiadi 2016 vadano nella città di Rio de Janeiro, riescono a vedere Gesù. Eretto sul colle Corcovado, a 700 metri di altezza sulla città brasiliana, questa statua alta 38 metri è chiamata Cristo Redentor. Con le braccia aperte, l’imponente figura è visibile giorno e notte da quasi qualunque punto della grande città.