Passate le festività di dicembre, i miei pensieri iniziano a rivolgersi all’anno nuovo. Quando i bambini riprendono la scuola e i ritmi quotidiani sono più tranquilli, mi trovo a riflettere sull’anno appena passato: dove mi ha portato? E dove spero mi porterà l’anno nuovo? A volte queste riflessioni sono dolorose e mi rammarico degli errori che ho commesso. Eppure la prospettiva di un anno tutto da vivere mi riempie di nuova speranza e aspettative. È come se avessi l’opportunità di ricominciare da zero, non importa ciò che è successo in passato.
Eppure le mie aspettative di un nuovo inizio non sono nulla rispetto a ciò che gli Israeliti devono aver provato quando Ciro, re di Persia, li rilasciò perché tornassero nella loro patria, in Giudea, dopo settanta lunghi anni di cattività in Babilonia. Il re precedente, Nabucodonosor, aveva portato via gli Israeliti dal loro paese. Ora però il Signore aveva suscitato Ciro perché rimandasse gli esuli a Gerusalemme a ricostruire il tempio di Dio (Esdra 1:2-3). Ciro inoltre restituì loro i tesori che erano stati sottratti dal santuario. Un nuovo inizio li attendeva: dopo il lungo periodo di difficoltà vissuto a Babilonia a causa del loro peccato, potevano ora vivere di nuovo come popolo eletto di Dio nella terra che Dio aveva loro promesso e dato.
Non importa cosa ci sia nel nostro passato. Quando confessiamo i nostri errori, Dio ci perdona e ci dona un nuovo inizio. Che bel motivo di speranza!