Mese: maggio 2022

Un tesoro in cielo

Quando ero piccola, io e le mie due sorelle amavamo stare sedute vicine sopra il baule di cedro di mia mamma. Lì dentro nostra madre teneva i maglioni di lana e altre stoffe lavorate all’uncinetto o ricamate dalla nonna. Per lei erano oggetti preziosi, e confidava nell’odore pungente del legno di cedro per tenere lontano le tarme, così che non distruggessero ciò che c’era all’interno.

Prenditi il tempo

Rima, una donna siriana che recentemente si è trasferita negli Stati Uniti, cercava di spiegare alla sua tutor, a gesti e con un inglese stentato, perché era frustrata. Le lacrime scorrevano sulle sue guance, mentre teneva tra le mani un vassoio con una splendida fatayer (una torta salata fatta di carne, formaggio e spinaci) che aveva fatto. Diceva solo: “Un uomo . . .” e indicava col dito la porta di casa, poi il soggiorno e ancora la porta di casa. La tutor comprese che Rima e la sua famiglia avevano atteso la visita di un gruppo di persone di una chiesa vicina che desiderava fare loro dei doni. Ma solo un uomo si era fatto vedere. Era entrato in fretta, aveva deposto una scatola di beni ed era uscito di nuovo. Stava svolgendo un compito, tutto qui, mentre Rima e la sua famiglia si sentivano soli e avevano bisogno di una comunità, di condividere il loro fatayer con nuovi amici.

Perseverare nella pace

Nella mia lotta contro il dolore cronico, pur continuando a confidare in Dio, il più semplice problema può diventare un feroce attacco nemico. Problema Uno sembra una coltellata nel fianco destro. Problema Due mi pugnala alle spalle. Problema Tre è un pugno dritto sul naso. Durante questi momenti, quando le mie forze svaniscono e non trovo sollievo, scappare lontano e nascondermi potrebbe sembrare una buona soluzione. Ma dato che non posso fuggire dal mio dolore, né cambiare le mie circostanze o ignorare le mie emozioni, sto imparando lentamente a fidarmi del fatto che Dio mi sostiene mentre le attraverso.

Il paese che si estende lontano

Amy Carmichael (1867-1951) è nota per aver dedicato la sua vita a salvare bambine orfane, in India, dando loro una nuova vita. In quel lavoro estenuante, c’erano momenti che lei chiamava “momenti di visione”. Nel suo libro Gold by Moonlight scrive: “Nel bel mezzo di una giornata frenetica intravediamo uno scorcio di quel ‘paese che si estende lontano’. Allora ci fermiamo, immobili sul sentiero”.

Il punto di non ritorno

Non si trattava semplicemente di superare un altro fiume. Per legge, nessun generale romano poteva portare soldati armati dentro la città di Roma. Così, quando Giulio Cesare portò la Tredicesima Legione oltre il Rubicone, nel 49 a.C., il suo intento era chiaro a tutti. L’impatto della sua decisione fu irreversibile: dopo anni di guerra civile, alla fine Cesare divenne capo indiscusso di Roma. Ancora oggi la frase “attraversare il Rubicone” è una metafora per dire “superare il punto di non ritorno”.

Rispondere alla guida di Dio

Nell’agosto del 2015, mentre mi preparavo a frequentare l’università in una città a due ore da casa, mi resi conto che probabilmente non sarei tornata indietro dopo la laurea. La mia mente correva veloce. Come faccio a lasciare casa? E la mia famiglia? La mia chiesa? E se Dio dopo questa esperienza mi chiama a servirlo in un altro Stato?

L’impronta digitale di Dio

Lygon Stevens amava arrampicare insieme a suo fratello Nick. Erano entrambi scalatori esperti ed erano già saliti sul Monte McKinley (Denali), la punta più alta degli Stati Uniti. Poi, nel gennaio del 2008, furono travolti da una valanga su una montagna del Colorado: l’incidente ferì Nick e causò la morte della ventenne Lygon. Quando, tempo dopo, Nick trovò il diario di sua sorella, provò profondo conforto: era pieno di riflessioni, preghiere e lodi a Dio. Ad esempio, un giorno aveva annotato: “Sono un’opera d’arte firmata da Dio. Eppure non ha finito con me, anzi, ha appena iniziato… Ho su di me l’impronta digitale di Dio. Non ci sarà mai un’altra persona come me . . . Ho un compito che mi aspetta, un compito che nessuno potrà fare al posto mio”.

Credere alle promesse

Quando mio fratello era piccolo, lui e un suo amico convinsero la sorella dell’amico che, se fosse saltata con un ombrello aperto, non si sarebbe fatta male: doveva solo “crederci”. Così, “per fede”, la bambina saltò dal tetto di un fienile con l’ombrello; ovviamente l’impatto ci fu, ma fortunatamente senza gravi conseguenze.

Tienile strette

Il tratto di strada che percorro a piedi verso casa, dopo aver accompagnato mia figlia a scuola, mi dà l’opportunità di memorizzare dei versi della Bibbia a memoria. È un’abitudine importante. Se mi ritaglio quei minuti per ripetere le parole di Dio nella mia mente, mi accorgo che poi durante il giorno mi tornano in mente ancora, donandomi conforto e saggezza.