L’attrice Diane Kruger ricevette un’offerta che l’avrebbe resa molto celebre. Avrebbe dovuto interpretare la parte di una giovane donna che perdeva sia il marito che suo figlio. Non avendo mai vissuto un dolore simile, non era certa di poter interpretare il ruolo in modo credibile. Decise di accettare e, per prepararsi in modo adeguato, iniziò a frequentare i gruppi di sostegno per persone che cercano di elaborare lutti così gravi.
All’inizio, quando gli altri del gruppo condividevano le loro storie, lei offriva suggerimenti e diceva quello che pensava. Come la maggior parte di noi, Diane voleva rendersi utile. Col tempo però smise di parlare; ascoltava e basta. Solo allora iniziò a comprendere veramente cosa vuol dire mettersi nei panni—anche solo minimamente—di chi passa tragedie simili. Cominciò a capire nel momento in cui iniziò ad usare le orecchie.
Geremia rimproverò il popolo di Israele perché rifiutavano di usare le loro “orecchie” per ascoltare la voce del Signore. Il profeta non scelse certo parole delicate, definendoli perfino “popolo stolto e senza cuore” (Geremia 5:21). Dio è continuamente all’opera nella nostra vita e comunica parole di amore, istruzione, incoraggiamento e cautela. Il desiderio del Padre è che tu ed io impariamo e maturiamo, e a ciascuno di noi sono stati dati degli strumenti adatti per farlo: le orecchie. La domanda è: usiamo le nostre orecchie per ascoltare il cuore di nostro Padre?