Il peso della colpa
Il 30 gennaio 2018, dopo quasi 38 anni di reclusione, Malcolm Alexander è uscito di prigione da uomo libero. La prova del DNA ha definitivamente scagionato Alexander, che aveva continuato a sostenere la propria innocenza durante tutti gli anni di procedimenti giudiziari ingiusti. La difesa affidata ad un avvocato incompetente (più tardi radiato dall’ordine), prove raccolte in modo approssimativo e metodi di investigazione assai ambigui hanno portato a tenere in prigione un innocente per quasi quattro decenni. Tuttavia, appena rilasciato, Alexander ha mostrato un atteggiamento di grande grazia: “Non posso essere arrabbiato,” ha detto. “Non c’è abbastanza tempo per la rabbia”.
Fatto a mano per te
Mia nonna era una sarta di talento che vinse diversi concorsi nella sua regione natale, il Texas. Per tutta la mia vita, l’ho vista festeggiare tutte le occasioni speciali con un dono cucito da lei a mano. Un maglione bordeaux di lana mohair in occasione del mio diploma. Una trapunta turchese per il nostro matrimonio. E tutte le volte che mi trovavo a girare un angolo del tessuto c’era la targhetta con su scritto: “Fatto a mano per te da Munna”. Ognuna di quelle parole ricamate mi ricordava l’amore della nonna per me, la sua fiducia nel mio futuro.
Dal lutto alla lode
Kim cominciò la sua battaglia contro il cancro nel 2013. Quattro giorni dopo la fine delle sue cure mediche, i dottori le diagnosticarono una malattia degenerativa ai polmoni, dandole da tre a quattro anni di vita. Kim pianse e, pregando tra le lacrime, portò per tutto il primo anno le sue tristezze davanti a Dio. Quando incontrai Kim nel 2015, aveva affidato a Dio la sua situazione e sprigionava gioia e pace. Anche se certi giorni sono davvero difficili, Dio continua a trasformare le sue sofferenze strazianti in una bellissima testimonianza di lode e speranza che incoraggia molte altre persone.
Segnati da Momma
Il suo nome era lungo, la sua vita lo fu ancora di più. Si chiamava Madeline Harriet Orr Jackson Williams e arrivò a compiere 101 anni, sopravvivendo a due mariti, entrambi predicatori. Madeline era mia nonna, tutti noi la chiamavano Momma. Io e i miei fratelli la conoscevamo bene perché restammo a casa sua finché il suo secondo marito non la portò via. E anche allora abitava a soli 80 km di distanza da noi. Mia nonna era una donna che cantava inni, citava versetti a memoria, suonava il piano, temeva Dio. Io e miei fratelli siamo tutti stati segnati dalla sua fede.
Gioia nei luoghi più difficili
Quando la mia amica non fa in tempo a rispondere alla mia telefonata, parte la segreteria telefonica che mi invita a lasciarle un messaggio. La voce registrata conclude con entusiasmo: “Fa’ che sia una grande giornata!” Riflettendo sulle sue parole, mi sono detta che non è in nostro potere rendere “grande” ogni giornata: alcune circostanze sono davvero devastanti. Ma uno sguardo più attento può rivelare qualcosa di splendido in ogni mia giornata, sia che le cose vadano bene, sia che siano tragiche.
Resistere con coraggio
Mentre la maggior parte dei leader della chiesa tedesca si erano arresi alla politica di Hitler, il teologo e pastore Martin Niemoeller era nel numero di coloro che si opposero con coraggio alla malvagità nazista. Ho letto che una volta, negli anni Settanta, un gruppo di uomini anziani tedeschi era davanti ad un grande hotel, mentre uno che sembrava un giovanotto trafficava con i bagagli del gruppo. Qualcuno chiese chi fossero quegli uomini: “Pastori tedeschi,” fu la risposta. “E quel giovanotto?” “Quello è Martin Niemoeller—e ha ottanta anni. Ma è rimasto giovane perché non ha paura di niente”.
Più di un simbolo
Era sul punto di fare la storia della squadra, eppure la star del team di basket della University of Iowa, Jordan Bohannon, sbagliò intenzionalmente il tiro libero col quale avrebbe battuto un record durato 25 anni. Perché lo fece? Nel 1993, pochi giorni dopo aver fatto 34 tiri liberi di fila, Chris Street morì in un incidente d’auto. Bohannon scelse di onorare la sua memoria non infrangendo il suo record.
Continua ad andare
Lavorare nel mondo aziendale mi ha permesso di interagire con molte persone di talento e alto livello. Con una eccezione. Una volta abbiamo dovuto lavorare ad un progetto con la supervisione di un capo esterno, proveniente da un’altra città. Noncurante dei progressi del nostro team, questo manager criticava continuamente il nostro lavoro, chiedendoci di fare di più ad ogni aggiornamento settimanale. Queste interferenze mi lasciavano scoraggiata e spaventata. C’erano volte in cui volevo solo mollare.
Una vita oltre ogni paragone
In un programma TV, alcuni adulti hanno preso il posto degli studenti delle superiori per capire meglio come vivono oggi gli adolescenti. Facendo questo esperimento hanno scoperto che i social giocano un ruolo centrale nella loro vita, determinante soprattutto per misurare il valore di sé. Un partecipante ha commentato: “L’autostima degli studenti è strettamente legata ai social media: dipende da quanti “like” ottengono per una foto”. Questo bisogno di ricevere accettazione dagli altri può portare i ragazzini a comportamenti estremi sul web pur di ricevere conferme.