Mi ha affascinato notare un tatuaggio di una palla da bowling che abbatte birilli sulla caviglia della mia amica Erin. L’ispirazione per questo tatuaggio le era venuto dopo aver ascoltato la canzone di Sara Groves, “Setting up the Pins” (rimettere su i birilli). Questo testo intelligente incoraggia l’ascoltatore a trovare gioia nelle attività ripetitive e di routine che a volte ci sembrano inutili quanto rimettere continuamente in piedi a mano i birilli del bowling, solo per osservare poi qualcuno abbatterli.
Lavare. Cucinare. Tagliare il prato. La vita sembra piena di compiti che, una volta completati, devono essere rifatti—e poi ancora. Questa lotta non è nuova ma una vecchia frustrazione, una di cui si parla perfino nel libro dell’Antico Testamento dell’Ecclesiaste. Il libro si apre con il lamento dello scrittore sui cicli infiniti e vani della vita quotidiana (1:2–3); ci appaiono senza senso, perché “ciò che è stato è quel che sarà; ciò che si è fatto è quel che si farà” (v. 9).
Eppure, come la mia amica, lo scrittore è stato in grado di trovare un senso di gioia e di significato ricordando che il nostro scopo finale è quello di temere Dio e osservare i Suoi comandamenti (12:15). C’è conforto nel sapere che Dio valorizza anche gli aspetti ordinari e apparentemente mondani della vita e ricompenserà la nostra fedeltà (v. 16).
Quali sono i “birilli” che continui a mettere su? Nei momenti in cui i compiti ripetitivi iniziano a farsi faticosi, possiamo prenderci un attimo per portare ogni compito a Dio come un’offerta di amore.