La Tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero. Salmo 119:105
Un giovane che conosco ha l’abitudine di chiedere a Dio dei segni. Non è che sia una cosa sbagliata in assoluto, ma nelle sue preghiere tende a chiedere una conferma delle sue sensazioni. Ad esempio prega: “Dio, se Tu vuoi che io faccia X, allora ti prego di far accedere Y e io saprò che è la Tua volontà”.
Questo ha creato un dilemma. Il modo in cui prega e il modo in cui crede Dio gli risponda lo portano a pensare che dovrebbe tornare insieme alla sua ex-fidanzata. E forse non sorprende che lei, al contrario, sente fortemente che Dio vuole l’opposto.
I capi religiosi al tempo di Gesù gli domandavano un segno che provasse la validità delle Sue affermazioni (Mat 16:1). Non stavano cercando la guida di Dio: si trattava piuttosto di una sfida alla Sua divina autorità. Gesù replicò: “Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno” (v. 4). Con questa forte affermazione Gesù non voleva scoraggiare gli ascoltatori a cercare la guida di Dio: li stava piuttosto accusando di ignorare le chiare profezie nella Scrittura che indicavano già che Egli era il Messia.
Dio desidera che cerchiamo la Sua guida in preghiera (Giacomo 1:5). Egli ci dona anche la guida dello Spirito (Giovanni 14:26) e della Sua Parola (Salmo 119:105). Inoltre Dio ci affianca mentori e sagge guide spirituali. Infine, Egli ci ha lasciato l’esempio di Gesù stesso.
È saggio chiedere a Dio una chiara direzione, ma Egli potrebbe non rispondere sempre nel modo che desideriamo o ci aspettiamo. Forse il vero scopo della preghiera è conoscere meglio la natura di Dio e crescere nel rapporto con nostro Padre.