Mentre frequentavamo la Scuola Biblica, il mio amico Charlie ed io lavoravamo per un negozio di arredamento. Effettuavamo consegne accompagnati da un arredatore di interni: lui parlava con i clienti che avevano acquistato l’arredamento, mentre noi trasportavamo i mobili in casa, facendo spesso diverse rampe di scale. Io e Charlie ci dicevamo che sarebbe stato bello fare il lavoro dell’arredatore, piuttosto che il nostro!
Durante i 40 anni che il popolo di Israele trascorse nel deserto, a tre famiglie della tribù di Levi—i Cheratiti, i Ghersoniti e i Meratiti—era assegnato il compiti di trasportare la Tenda di Convegno (il Tabernacolo). Essi dovevano montarla, smontarla e trasportarla al posto successivo, per poi ripetere daccapo l’operazione. Il loro compito era descritto in termini molto semplici: “essi dovranno portare” (vedi Numeri 4:32).
Mi chiedo se questi “custodi” abbiano mai invidiato i sacerdoti addetti ai sacrifici e all’incenso, coloro che usavano gli oggetti sacri nel santuario (vv.4-5,15). Quel compito deve essere sembrato molto più semplice e più prestigioso. Ma entrambi i lavori erano importanti e provenivano dal Signore.
Molte volte non possiamo scegliere il lavoro che svolgiamo. Ma ciascuno di noi può decidere quale atteggiamento avere nei confronti dei compiti che ci sono stati dati. Il modo in cui svolgiamo il lavoro che Dio ci dona indica la misura del nostro servizio verso Dio.