Il dono migliore
Mentre facevo le valigie per tornare a Londra, mia madre mi venne vicino con un regalo—uno dei suoi anelli che io avevo tanto ammirato. Sorpresa, le chiesi: “Come mai?” Lei rispose: “Penso che dovresti godertelo già ora. Perché aspettare la mia morte? Tanto non mi entra più comunque”. Con un sorriso, ricevetti questo dono inatteso, una piccola eredità che mi dà tanta gioia.
Sbloccato
Un ragazzo paralizzato dalla nascita non era in grado di parlare o comunicare. Eppure sua madre, Chantal Bryan, non si arrese mai e quando il ragazzo aveva 10 anni aveva trovato il modo di comunicare con lui con gli occhi e una lavagna. Dopo questo traguardo, la madre disse: “È come se si fosse sbloccato qualcosa; ora possiamo chiedergli tutto”. Ora Jonathan legge e scrive, anche poesie, usando solo gli occhi. Quando gli domandano come ci si sente a poter “parlare” con amici e parenti, lui dice: “È meraviglioso poter dire loro che li amo”.
Chiamato per nome
I pubblicitari hanno concluso che la parola che più attrae lo spettatore è quando pronunciare il proprio nome. Per questo motivo un canale televisivo inglese ha introdotto messaggi pubblicitari personalizzati nei servizi di streaming online.
Dio all’opera
“In cosa hai visto Dio all’opera ultimamente?” ho chiesto ad alcuni amici. Uno di loro ha risposto: “Io vedo come opera in me quando leggo ogni mattina la Scrittura; lo vedo operare perché sento che è con me ad ogni passo del mio cammino; perché realizzo che mi aiuta ad affrontare ogni sfida e provo gioia”. Mi piace questa risposta perché mostra bene come Dio sta vicino e opera nei cuori di coloro che lo amano, grazie alla Sua Parola e allo Spirito Santo che dimora in noi.
Tienile strette
Il tratto di strada che percorro a piedi verso casa, dopo aver accompagnato mia figlia a scuola, mi dà l’opportunità di memorizzare dei versi della Bibbia a memoria. È un’abitudine importante. Se mi ritaglio quei minuti per ripetere le parole di Dio nella mia mente, mi accorgo che poi durante il giorno mi tornano in mente ancora, donandomi conforto e saggezza.
Spezzare le catene
La visita alla cattedrale di Christ Church, a Stone Town, Zanzibar, mi ha profondamente emozionato. La chiesa sorge infatti nell’esatto punto in cui una volta c’era il più grande mercato di schiavi dell’Africa orientale. L’architetto della cattedrale voleva mostrare con un simbolo concreto come il Vangelo può rompere le catene della schiavitù. Quello non sarebbe mai più stato un luogo di atti malvagi e orribili atrocità, ma il luogo del trionfo della grazia di Dio.
Senza fretta
“Elimina la frenesia, senza pietà”. Dopo che due amici mi hanno ripetuto questo famoso adagio del saggio Dallas Willard, ho capito che avrei dovuto prenderlo sul serio. Dove stavo correndo, sprecando tanto tempo ed energie? E, cosa più importante ancora, in quale direzione stavo andando, senza neppure cercare l’aiuto e la guida di Dio? Nelle settimane e nei mesi seguenti, ho ricordato più volte quelle parole, tornando sui miei passi e chiedendo al Signore di darmi saggezza. Mi sono imposta di confidare in Dio, invece che affidarmi alle mie vie.
La corona del Re
Eravamo tutti seduti intorno al tavolo e ognuno aggiungeva uno stuzzicadenti al disco di spugna davanti a noi. Avevamo deciso di fare un esercizio durante le settimane di preparazione alla Pasqua, creando una corona di spine. Ogni stuzzicadenti infilato indicava qualcosa che aveva commesso quel giorno, un peccato per cui eravamo pentiti e per il quale Gesù aveva pagato. Quella pratica, sera dopo sera, potrò in casa nostra una nuova consapevolezza della nostra debolezza, delle nostre colpe e della necessità di avere un Salvatore. E anche la certezza di essere stati liberati grazie alla morte e resurrezione di Gesù sulla croce.
Bacinella d’amore
Un giorno, molti anni fa, durante l’ora di fisica il nostro insegnante ci chiese di dirgli—senza girarci—di quale colore fosse il muro in fondo all’aula. Nessuno di noi rispose: non ci avevamo fatto caso.