Venire in aiuto
I suoi trenta compagni di classe e i loro genitori osservavano Mi’Asya camminare nervosamente verso il podio per tenere il discorso della sua cerimonia di diploma. Quando il preside sistemò il microfono all’altezza di Mi’Asya, lei si voltò, dando la schiena al microfono e al pubblico. La gente seduta le sussurrava parole di incoraggiamento: “Dai, forza tesoro, puoi farcela”. Ma lei non si mosse. Poi un compagno di classe la raggiunse davanti e si mise in piedi al suo fianco. Con il preside da un lato e il suo amico dall’altro, Mi’Asya e gli altri due lessero assieme il suo discorso. Che bell’esempio di sostegno!
L’eco delle nostre parole
Quando Rebecca si alzò in piedi sul palco della conferenza per prendere la parola, la sua prima frase al microfono riecheggiò nella stanza. Era un po’ fastidioso per lei dover ascoltare l’eco di ogni parola che pronunciava, ma doveva trovare il modo di sistemare l’audio difettoso, cercando di ignorare l’eco di ogni parola che pronunciava.
È davvero buono?
“Non credo che Dio sia buono”, mi disse una mia amica. Stava pregando da anni perché si risolvesse una situazione difficile, ma non accadeva niente. Amareggiata e arrabbiata per il silenzio di Dio, la sua frustrazione cresceva. Conoscendola bene, sapevo che in fondo lei credeva che Dio è buono, ma il costante dolore nel suo cuore e l’apparente indifferenza di Dio la portavano a dubitare. Era più facile per lei essere arrabbiata che sopportare la tristezza.
Sorpreso dalla grazia
Una donna di Grand Rapids, Michigan, si addormentò sul divano dopo che il marito era andato a letto. Un intruso si intrufolò dalla porta scorrevole, che la coppia aveva dimenticato di chiudere, e iniziò a gironzolare per la casa. Entrò in camera da letto, dove il marito stava dormendo, e afferrò il televisore. L’uomo, che stava dormendo, si svegliò; vedendo una figura in piedi, sussurrò: “Tesoro, vieni a letto”. Il ladro andò nel panico, posò la TV, afferrò una mazzetta di banconote appoggiate sul comò, e corse fuori.
Quattro modi di guardare
Joan stava affrontando alcune situazioni difficili con i suoi figli, quando si sedette per la funzione di chiesa. Esausta, voleva “dare le dimissioni” come madre. Poi il predicatore iniziò a condividere incoraggiamento per tutti coloro che provano rassegnazione. Questi quattro pensieri che Joan udì quella mattina le diedero la forza di andare avanti:
Non si può tornare indietro
Non potevo tornare indietro. Una donna aveva parcheggiato la sua auto e mi aveva bloccato la strada per la pompa di benzina. La donna è uscita dalla macchina per gettare la spazzatura, ma io non avevo voglia di aspettare, così ho suonato il clacson con insistenza. Irritata, ho inserito la retromarcia e ho fatto il giro per arrivarci da un’altra strada. Mi sono subito sentita in colpa per essere stata così impaziente e per non aver aspettato neanche 30 secondi (al massimo) prima che si spostasse. Mi sono scusata con Dio. Certo, lei avrebbe potuto parcheggiare nella zona designata, ma io avrei potuto diffondere gentilezza e pazienza invece che durezza. Purtroppo era troppo tardi per chiedere scusa: era andata via.
L’evento principale
Mentre guardavo i fuochi d’artificio durante una festa nella mia città, fui distratta. A destra e a sinistra dell’evento principale, ogni tanto venivano lanciati altri fuochi d’artificio minori nell’aria. Erano belli, ma guardare questi fuochi meno importanti mi fece perdere parte dello spettacolo sopra di me.
Visione limitata
La mia amica Meaghan è una cavallerizza esperta e da lei ho imparato alcune cose interessanti sui cavalli. Ad esempio, nonostante abbiano gli occhi più grandi di tutti i mammiferi terrestri, i cavalli hanno una vista molto limitata e riescono a individuare meno colori di noi uomini. Per questa ragione, non sempre sono in grado di identificare gli oggetti sul suolo. Quando vedono un bastone, non sanno se si tratti di un bastone di legno che possono facilmente scavalcare o di un grosso serpente che potrebbe ferirli. Per questa ragione, almeno fino a quando non sono addestrati bene, i cavalli si spaventano facilmente e tendono a scappare subito.
Lucchetti dell’amore
Il fenomeno dei “lucchetti dell’amore” è in crescita. Migliaia di innamorati in tutto il mondo hanno attaccato questi lucchetti ai ponti, ai cancelli e alle ringhiere: in Francia, Cina, Austria, Repubblica Ceca, Serbia, Spagna, Messico, Irlanda del Nord. La coppia incide i propri nomi su un lucchetto e lo attacca in un luogo pubblico perché sia un simbolo del loro eterno amore. Le autorità di alcuni Paesi disapprovano questa pratica perché il peso eccessivo di molti lucchetti può costituire un pericolo. Alcuni credono si tratti di un atto di vandalismo, altri la considerano una bellissima forma d’arte e un’immagine di un impegno d’amore.