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Articles by Cindy Hess Kasper

Prossimi più distanti

Nell’estate del 2017, l’uragano Harvey causò danni devastanti, morti e distruzione sulla costa del Golfo degli Stati Uniti. Molte persone si mobilitarono per fornire cibo, acqua, abiti e un riparo a coloro che si trovavano nel bisogno.

Fuggire dai rumori

Diversi anni fa, la preside di una scuola superiore suggerì agli studenti di andare con lei per una serata in cui “staccare la spina”. Gli studenti dissero di sì, ma fecero molta fatica a mettere via i propri cellulari e a entrare nella cappella. Per un’ora intera restarono in silenzio, immersi in un’atmosfera di musica e preghiera. Più tardi, uno dei partecipanti descrisse l’esperienza come “una meravigliosa opportunità per calmarsi . . . un luogo per spegnere ogni rumore di sottofondo”.

Prendersi il merito

All’inizio degli anni Sessanta divennero popolari alcuni dipinti che raffiguravano persone o animali con grandi occhi tristi. Alcuni consideravano queste opere di cattivo gusto—perfino pacchiane—ma ad altri piacevano. Quando il marito dell’artista iniziò a promuovere le creazioni di sua moglie, la coppia iniziò a diventare ricca. Ma la firma dell’artista—Margaret Keane—non compariva sulle sue opere. Al contrario, il marito di Margaret presentava le sue opere come se fossero sue; e la donna tacque per ben vent’anni, fino a quando il loro matrimonio finì. Fu necessaria una prova di pittura in un’aula di tribunale per stabilire l’identità del vero artista che aveva realizzato le opere.

Il nostro rifugio

Il mio primo lavoro era in un fast-food. Un sabato sera un ragazzo continuava a girarmi intorno chiedendo quando avrei concluso il mio turno. Mi faceva sentire a disagio. Le ore passavano e lui ordinava patatine, poi una bibita, poi altro: tutto perché il proprietario non potesse mandarlo fuori. Anche se abitavo poco lontano dal fast-food, avevo paura all’idea di tornare a casa da sola dopo il turno. Dovevo attraversare un paio di parcheggi poco illuminati e un campo isolato. Alla fine, a mezzanotte, andai in ufficio e feci una telefonata.

Un tesoro in cielo

Quando ero piccola, io e le mie due sorelle amavamo stare sedute vicine sopra il baule di cedro di mia mamma. Lì dentro nostra madre teneva i maglioni di lana e altre stoffe lavorate all’uncinetto o ricamate dalla nonna. Per lei erano oggetti preziosi, e confidava nell’odore pungente del legno di cedro per tenere lontano le tarme, così che non distruggessero ciò che c’era all’interno.

Addio, per ora

Io e la mia nipotina Allyssa abbiamo una nostra personale routine quando dobbiamo salutarci. Ci abbracciamo forte e ad alta voce fingiamo di lamentarci e piangere disperatamente per circa venti secondi. Poi facciamo un passo indietro e, come se niente fosse, ci diciamo: “Beh, ci vediamo, ciao”. E andiamo via. Un’abitudine sciocca ma divertente, che ha senso proprio perché sappiamo che ci rivedremo—presto.

Servire ed essere serviti

Marilyn era stata ammalata per molte settimane, e molte persone l’avevano incoraggiata durante questo periodo difficile. Come potrò mai ricambiare la loro gentilezza? si chiedeva. Poi un giorno le capitò di leggere le parole di questa preghiera: “Prega che possiamo crescere nell’umiltà, e che siamo disposti non solo a servire, ma anche ad essere serviti”. All’improvviso Marilyn comprese che non c’era bisogno di pareggiare i conti, ma poteva semplicemente essere grata di aver permesso agli altri la gioia di poter servire.

Per crescere occorre tempo

Il primo giorno di asilo, la maestra chiese a Charlotte di disegnare se stessa. L’opera d’arte che ne venne fuori comprendeva un ovale per il corpo, una testa oblunga e due enormi palle al posto degli occhi. L’ultimo giorno di asilo, di nuovo fu chiesto a Charlotte di disegnare se stessa. Questa volta disegnò una bambina con un vestito colorato, i tratti del viso ben chiari, un bel sorriso e due bellissime trecce rosse. Con quei disegni la scuola voleva dimostrare come cambia e matura un bambino nel corso del tempo.

La preghiera quotidiana

Il cantautore Robert Hamlet scrisse “Lady Who Prays for Me” come tributo a sua madre. La donna infatti aveva preso l’abitudine di pregare ogni mattina per i suoi ragazzi, prima che andassero a prendere lo scuolabus. Dopo che una giovane donna ascoltò la canzone di Hamlet, decise di pregare a sua volta per suo figlio. E accadde una cosa sorprendente! Prima che il bambino uscisse di casa, sua mamma pregò per lui. Cinque minuti dopo, lui tornò indietro . . . portando con sé altri bambini che aspettavano alla fermata del bus! La mamma, stupita, gli chiese cosa stesse accadendo. Il bambino rispose: “Le loro mamme non hanno pregato con loro”.