Guardare oltre ciò che perdiamo
L’autore William Zinsser descrive l’ultima volta che andò a visitare la casa in cui era cresciuto, un posto che da ragazzo aveva grandemente amato. Quando lui e sua moglie arrivarono alla collina che sovrasta Manhasset Bay e Long Island Sound, videro che la casa era stata demolita. Tutto ciò che ne restava era un gigantesco buco. Scoraggiati, camminarono verso la diga che ti trova lì vicino. Zinsser guardò oltre la baia, assorbendo tutto ciò che si vedeva e si udiva. Più tardi scrisse di questa esperienza: “Ero a mio agio, la tristezza era lieve. La vista era intatta: quel panorama unico di terra e mare che ricordavo così bene, mi fa ancora sognare”.
Lettera dal campo di battaglia
Per più di due decenni, Andrew Carroll ha continuato a dire alla gente di non gettare via le lettere scritte da membri della famiglia o amici che risalgono ai tempi della guerra. Carroll, direttore del Center for American War Letters presso la Chapman University in California, considera quelle lettere un legame insostituibile per tenere insieme le famiglie e trasmettere valori importanti. “Le giovani generazioni stanno leggendo queste lettere”, dice Carroll, “fanno domande e poi concludono: ‘Ora capiamo ciò che hanno passato e in che modo si sono sacrificati’”.
Il grandangolo
Durante la diretta televisiva dell’elezione del primo presidente afro-americano degli Stati Uniti d’America, la telecamera mostrò una panoramica della folla enorme (quasi due milioni di persone) radunata per essere testimoni di questo storico evento. Il corrispondente della CBS News, Bob Schieffer, notò: “La star di questo evento è davvero il grandangolo”. Nient’altro avrebbe potuto catturare quell’immensa folla che si estendeva dal Lincoln Memorial al Campidoglio.
Medita
Durante gli anni che Oswald Chambers trascorse al Bible Training College di Londra (1911-15), spesso capitava che i suoi studenti restassero senza parole per qualche frase che pronunciava durante le lezioni. Una giovane donna, ad esempio, spiegò che la discussione era riservata al momento del pranzo, che seguiva la lezione; e così spesso Chambers veniva bombardato da domande e obiezioni. La donna ricorda che Oswald spesso sorrideva semplicemente, dicendo: “Per ora lascia la questione; più avanti questa verità diventerà chiara”. Incoraggiava così i suoi giovani studenti a riflettere invece che cercare risposte veloci, permettendo a Dio di rivelare la Sua verità a loro.
Scegliere il percorso
Ho una fotografia di un bellissimo paesaggio autunnale che ritrae un uomo a cavallo, tra le montagne del Colorado, intento a decidere quale strada prendere ad un bivio. L’immagine mi ricorda la poesia di Robert Frost, “La strada non presa”. In questa poesia, Frost riflette sui due sentieri che gli stanno davanti. Entrambi sono ugualmente invitanti, ma il poeta sa che difficilmente potrà tornare indietro, quindi deve sceglierne una. Frost scrive: “Due strade divergevano in un bosco, e io—io ho preso quella meno battuta, e da qui tutta la differenza è venuta”.
Dio conosce i nostri nomi
Durante una visita al National September 11 Memorial nella città di New York, fotografai in fretta una delle due vasche d’acqua. Attorno alle vasche, nei pannelli di bronzo sono incisi i nomi delle quasi 3,000 vittime degli attacchi alle torri gemelle. Più tardi, riguardando la foto con attenzione, mi accorsi che su uno di quei nomi c’era la mano di una donna. Molte persone vengono qui per toccare e ricordare il nome qualcuno che hanno amato.
Amore senza limiti
Un mio amico molto saggio mi ha consigliato di non usare le parole “tu fai /non fai sempre” o “tu fai/non fai mai” durante una discussione—specialmente in famiglia. Quanto facilmente critichiamo chi ci sta intorno, ferendo coloro che amiamo. Ma l’amore che Dio ha per noi non c’è mai alcuna variazione.
Far parlare la vita
Mentre soggiornavo in un albergo ad Austin, in Texas, ho notato una cartolina sul tavolo nella mia stanza. Diceva così:
Dire Grazie
Per molti anni mi sono divertito a leggere i testi dell’autore inglese G. K. Chesterton. Le sue battute mi hanno fatto ridere spesso, per poi portarmi a riflettere su pensieri più profondi dietro la sua ironia. Ad esempio, scriveva: “Tu ringrazi prima di mangiare. Bene. Ma io ringrazio prima del teatro e dell’opera, dico grazie prima di un concerto e di una pantomima, grazie prima di aprire un libro e grazie prima di dipingere, prima di nuotare, tirare di scherma, fare box, giocare o danzare; e dico grazie anche prima di intingere la penna nell’inchiostro”.