Il nostro miglior amico
Quando avevo 12 anni la nostra famiglia si trasferì in una città nel deserto. Alla fine delle lezioni – allora frequentavo il liceo – per il gran caldo correvamo a dissetarci alla fontana. Essendo piuttosto piccolo e esile per la mia età, a volte venivo spinto via mentre facevamo la fila. Un giorno il mio amico Jose, che invece era fin troppo grande e grosso per la sua età, osservò la scena. Intervenne infilando il suo forte braccio per spianarmi la strada. “Ehi!” esclamò, rivolto ad uno dei prepotenti, “Ora lascerai bere Banks per primo, chiaro?” Non ho mai più avuto problemi alla fontana dopo quel giorno.
Amore e scarpe vecchie
A volte a me e mia moglie capita che l’uno finisca la frase dell’altro. Dopo più di trent’anni di matrimonio, conosciamo a fondo il modo di pensare e parlare dell’altro. A volte non è neanche necessario finire la frase; una parola o uno sguardo sono sufficienti per esprimere un pensiero.
Appoggiarsi a Gesù
A volte, quando la sera appoggio la testa sul mio cuscino, immagino di appoggiarmi a Gesù. Ogni volta che mi capita, mi viene in mente quello che la Parola di Dio ci dice dell’apostolo Giovanni. Giovanni stesso scrive che in occasione dell’ultima cena era seduto accanto a Gesù: “Ora, a tavola, inclinato sul petto di Gesù, stava uno dei discepoli, quello che Gesù amava” (Giovanni 13:23).
Ti ricordi quando . . .
Nostro figlio ha lottato contro la sua dipendenza dalla droga per sette anni e durante quel periodo io e mia moglie abbiamo passato giorni molto difficili. In quella fase di preghiera e attesa abbiamo imparato a festeggiare per le piccole vittorie. Se per 24 ore non accadeva niente di brutto, ci dicevamo: “Oggi è stata una buona giornata”. Questa breve frase è diventata per noi un promemoria dell’importanza di ringraziare Dio per il Suo aiuto nelle cose più piccole.
Qualcuno da celebrare
In molte rappresentazioni della natività i sapienti dall’Oriente—o magi—si trovano a Betlemme, in visita a Gesù, nello stesso momento dei pastori. Ma secondo il Vangelo di Matteo, l’unico che racconta la loro storia, i magi giunsero in un secondo momento. Gesù non giaceva più nella mangiatoia di una stalla ma si trovava in una casa. Matteo 2:11 specifica infatti: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra”.
Servire Dio con la preghiera
Spesso Dio sceglie di muoversi attraverso le nostre preghiere per compiere la Sua opera. Lo vediamo nel caso del profeta Elia, quando Dio promise che avrebbe mandato la pioggia sul Paese mettendo fine alla lunga siccità durata tre anni e mezzo (Giacomo 5:17). Anche se Dio aveva promesso la pioggia, dopo poco tempo “Elia salì in vetta al Carmelo; e, gettatosi a terra, si mise la faccia tra le ginocchia” pregando intensamente perché piovesse (1 Re 18:42). Poi, mentre continuava a pregare, Elia mandò il suo servo “per sette volte” a scrutare l’orizzonte in cerca di un prossimo acquazzone (v. 43).
Conversazioni silenziose
Ti capita mai di parlare da solo? A volte quando sono assorto in un lavoro—per esempio con la testa china sul motore di una macchina—trovo utile pensare ad alta voce, considero le varie opzioni e valuto il modo migliore per riparare quell’auto. Se qualcuno mi sorprende durante una di queste mie “conversazioni” la cosa mi imbarazza un po’, anche se alcuni di noi parlano da soli per la maggior parte del giorno.
Desiderare una casa
Mia moglie entrò nella stanza e mi trovò con la testa infilata nella cassa dell’orologio a pendolo. “Che stai facendo?” domandò. “Questo orologio ha proprio lo stesso odore che c’era a casa dei miei genitori” confessai imbarazzato, chiudendo lo sportellino. “Immagino si possa dire che per un attimo stavo tornando a casa”.
Amore infallibile
Recentemente durante un volo di linea l’atterraggio è stato un po’ movimentato, e noi passeggeri eravamo sballottati di qua e di là. Alcuni passeggeri erano visibilmente nervosi, ma la tensione è svanita quando due bambine piccole dietro di me hanno gridato entusiaste: “Si!! Facciamolo ancora!”