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Articles by Jennifer Benson Schuldt

Gesù sopra ogni cosa

Il figlio del mio amico un giorno decise di indossare la maglietta della sua squadra preferita sopra i suoi vestiti per la scuola. Voleva così mostrare il suo attaccamento alla squadra del cuore, che proprio quella sera avrebbe giocato una partita importante. Prima di uscire di casa, però, indossò anche una catena con un pendente, su cui c’era scritto: “Gesù”. Questa semplice azione voleva illustrare una verità più profonda: Gesù è degno del primo posto, Egli è sopra ogni altra cosa della nostra vita.

Cosa sarà

Io e te abbiamo qualcosa in comune. Viviamo in un mondo confuso e rovinato e non abbiamo mai conosciuto nulla di diverso. Adamo ed Eva, invece, ricordavano come fosse la vita prima del peccato. Essi avevano ben presente il mondo come Dio lo aveva pianificato: libero dalla morte, dalle difficoltà e dal dolore (Gen 3:16-19). Nell’Eden prima del peccato non esisteva fame, disoccupazione o malattia. Nessuno metteva in dubbio Dio come Creatore e nemmeno il Suo progetto per le relazioni umane.

Che cos’è?

Mia madre è stata insegnante di scuola domenicale per decenni. Una domenica voleva spiegare come Dio si era preso cura degli Israeliti nel deserto. Per rendere la storia più viva, preparò per i bambini della sua classe qualcosa che somigliasse alla “manna”. Tagliò del pane in piccoli pezzi e lo cosparse di miele. L’idea le era venuta dalla descrizione che la Bibbia fa della manna, quando dice che “aveva il gusto di schiacciata fatta col miele” (Es 16:31).

Lezioni per i piccoli

Mentre mia figlia mi raccontava un problema che aveva avuto nella sala mensa della scuola, io iniziai subito a pensare a come risolvere la questione per aiutarla. Ma poi accadde una cosa. Mi venne in mente che forse Dio aveva permesso che lei affrontasse questo problema in modo da vedere Dio all’opera e poterLo così conoscere meglio. Così, invece che correre in suo soccorso, decisi di pregare con lei. E la cosa si chiarì da sola, senza alcun aiuto da parte mia!

Prima tu!

Lo Sherpa tibetano Nawang Gombu e l’americano Jim Whittaker raggiunsero la cima del Monte Everest il 1 Maggio 1963. Mentre si avvicinavano alla vetta, entrambi riflettevano sull’onore di varcare per primi la cima del monte. Whittaker incoraggiò Gombu ad andare avanti per primo, ma Gombu declinò con un sorriso, e disse: “Prima tu, Big Jim!” Alla fine, decisero di compiere insieme il passo decisivo in vetta, e arrivare contemporaneamente.

Un luogo di rifugio

I senzatetto di Vancouver, British Columbia, hanno una nuova possibilità per trovare un posto in cui pernottare. Un’associazione di volontariato locale, RainCity Housing, ha creato delle panchine speciali che si possono trasformare in rifugi provvisori. Lo schienale della panchina può essere tirato verso l’alto, diventando un tetto che ripara la persona da vento e pioggia. Di notte, queste panchine speciali sono facilmente individuabili, grazie al messaggio luminoso posto su di esse, che recita: QUESTA E’ UNA CAMERA DA LETTO.

Solo la multa

Un poliziotto fermò una donna perché aveva notato che la sua bambina era seduta nell’auto senza l’apposito seggiolino di sicurezza. Avrebbe potuto farle una multa, invece chiese alla donna di seguirlo, assieme alla bambina, fino al negozio più vicino, e lì acquistò per loro il seggiolino necessario. La madre stava attraversando un periodo difficile e non poteva permettersi di acquistarlo.

Aiuto dall’esterno

Durante un viaggio di lavoro, mio marito si era appena sistemato nella sua stanza d’albergo quando sentì un rumore strano. Uscì in corridoio per capirci di più e udì qualcuno urlare dalla camera accanto. Con l’aiuto di un dipendente dell’albergo, scoprì che un uomo era rimasto intrappolato nel bagno. La serratura del bagno era difettosa e l’uomo, intrappolato all’interno, era in preda al panico. Aveva la sensazione di non riuscire a respirare e gridava aiuto.

Sicura nelle Sue mani

Ero seduta accanto al letto di mia figlia nella stanza d’ospedale, dopo che lei era stata sottoposta a un intervento chirurgico. Quando i suoi occhi si aprirono lentamente, si rese conto di provare dolore e iniziò a piangere. Cercai di rassicurarla accarezzando il suo braccio, ma lei si arrabbiò ancora di più. Con l’aiuto di un’infermiera, la spostammo dal suo letto e la presi tra le mie braccia. Asciugai le lacrime dai suoi occhi e le ricordai che presto sarebbe stata meglio.