Tuo Padre sa
Avevo solo quattro anni quando, in una calda notte estiva, mi sdraiai con mio padre sul materasso per terra. (Mia madre in quel periodo dormiva in un’altra stanza con il fratellino neonato). Questo accadeva nel Ghana settentrionale, dove il clima è per lo più secco. Il sudore copriva il mio corpo e il calore mi seccava la gola. Avevo talmente tanta sete che svegliai mio padre. Nel bel mezzo di quella notte secca, egli si alzò e da una brocca mi versò dell’acqua per calmare la mia sete. Per tutta la mia vita ciò che fece quella notte è rimasto nella mia mente come l’immagine di un padre che provvede. Egli mi aveva dato ciò di cui avevo bisogno.
Fiducia mal riposta
Mi piace osservare gli uccelli, un’attività che ho sviluppato crescendo in un villaggio nella foresta del Ghana, dove c’è abbondanza di varietà di uccelli. Nel sobborgo della città dove abito adesso, recentemente ho osservato il comportamento di alcuni corvi interessanti. Volando verso un albero che aveva perso la maggior parte delle sue foglie, i corvi decisero di riposarsi. Ma invece che scegliere un ramo verde, si appoggiarono su un ramoscello secco e debole che presto si spezzò sotto il loro peso. Volarono via all’improvviso per scampare al pericolo, solo per ripetere lo stesso tentativo su un ramo simile. Apparentemente il loro “sesto senso” di uccelli non li aiutava a capire che un ramo solido era più affidabile per riposarsi.
Unisciti al grido
Nel mio Paese c’è un gruppo che si incontra regolarmente per pregare per il Ghana e per altri Paesi africani. Quando hanno chiesto al leader Gifty Dadzie perché pregassero così incessantemente per le nazioni, egli ha risposto: “Guardati intorno, ascolta e guarda il notiziario. I nostri Paesi sono nella distretta: guerre, disastri e violenza minacciano di oscurare l’amore che Dio ha per l’umanità e le Sue benedizioni su di noi. Noi crediamo che Dio intervenga nelle questioni delle nazioni, quindi lo lodiamo per le Sue benedizioni e alziamo a Lui il nostro grido perché intervenga”.
Nessuno sviamento
Alla fine dell’anno scolastico, io e mia moglie andammo a prendere nostra figlia da scuola, a una distanza di 100 chilometri da casa. Tornando a casa, ci fermammo presso una spiaggia vicina per fare merenda. Mentre ci stavamo godendo il tempo lì, osservammo le barche ormeggiate nel mare. Di solito le barche sono ancorate, in modo da evitare che vadano alla deriva, ma notai una di esse che—lentamente ma inesorabilmente—si stava facendo strada verso il mare aperto.
Raccontalo!
Era l’anno 1975 e mi era appena accaduta una cosa molto importante. Dovevo trovare il mio amico Francis, col quale avevo condiviso molte cose personali, e volevo dirglielo. Quando lo trovai era di fretta, si preparava per uscire, ma io lo fermai. Dal suo sguardo, si vedeva che aveva compreso che avevo qualcosa di importante da dirgli. “Di che si tratta?” mi domandò. Così, semplicemente, gli disse: “Ieri ho dato la mia vita a Gesù!”
Come pecore
Uno dei miei compiti quotidiani, quando vivevo con mio nonno nel Ghana settentrionale, era la cura delle pecore. Ogni mattina le portavo al pascolo e le riportavo la sera. Quella fu la prima occasione in cui mi resi conto di quanto le pecore possano essere testarde. Ogni volta che vedevano una fattoria, ad esempio, il loro istinto le portava dritte in quella direzione, mettendomi più volte in difficoltà con i contadini.
Il Pane che soddisfa
Ho imparato a recitare “Il Padre Nostro” quando ero un bambino, alla scuola elementare. Ogni volta che pronunciavo la frase “dacci oggi il nostro pane quotidiano” (Mat 6:11), non potevo fare a meno di pensare al pane che di tanto in tanto avevamo a casa. Infatti, ricevevamo un filone di pane solo quando mio padre tornava dal suo viaggio in città. Così, chiedere a Dio il pane quotidiano rappresentava per me una richiesta di grande significato.
Dio non ti dimentica
Alla festa del 50° compleanno della madre, alla presenza di centinaia di persone, la figlia primogenita Kukua raccontò ciò che sua madre aveva fatto per lei. Kukua ricordò i tempi difficili che avevano passato, quando a casa i soldi erano pochi. Ma sua madre, che l’aveva cresciuta da sola, piuttosto privava se stessa di comodità, arrivando a vendere perfino i suoi preziosi gioielli e altre cose che le appartenevano, pur di pagare la scuola superiore di Kukua. Con le lacrime agli occhi, Kukua affermò che sua madre non aveva mai abbandonato né lei né i suoi fratelli, qualunque fosse la difficoltà.
La camminata del camaleonte
Se pensiamo al camaleonte, probabilmente ci viene in mente la sua abilità di cambiare colore in base all’ambiente che lo circonda. Eppure questa lucertola ha anche un’altra caratteristica interessante. In diverse occasioni ho osservato come un camaleonte passeggiasse lungo un sentiero e mi sono domandato come riesca a raggiungere mai una destinazione.