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Articles by Linda Washington

“Aggiusta-umore”

Mentre aspettavo il treno come ogni settimana, pensieri negativi iniziarono ad affacciarsi alla mia mente, tutti in fila, proprio come i pendolari lungo il binario. Preoccupazione per i conti da pagare, commenti poco gentili che mi erano stati rivolti, il senso di impotenza per una recente ingiustizia subita da una persona cara e rispetto alla quale provavo un gran senso di impotenza. Quando arrivò il treno, il mio umore ormai era terribile.

La preghiera e la motosega

Ho molto rispetto per lo spirito intraprendente di mia zia Gladys, anche se a volte questa sua foga mi mette ansia. Recentemente, mi sono preoccupata leggendo in una sua email: “Ieri ho abbattuto il noce”.

La soddisfazione definitiva

Stavamo distribuendo degli snack durante un incontro biblico per bambini, quando notammo un bimbo che divorava la sua merenda. Poi si mise a mangiare anche gli avanzi delle merende degli altri al suo tavolo. Perfino dopo avergli dato un sacchetto di pop-corn, ancora non era sazio. Tutti noi adulti eravamo preoccupati chiedendoci perché questo bambino era tanto affamato.

Giudicare ingiustamente

Ho sempre giudicato in fretta chi vedevo camminare per strada con gli occhi incollati allo schermo del telefono. Ma non si rendono conto che una macchina potrebbe investirli? Dicevo tra me e me. Perché non si preoccupano della propria incolumità? Ma un giorno, attraversando la strada, ero talmente concentrata a leggere un messaggio che non mi sono accorta di un’auto in arrivo da sinistra. Grazie a Dio, l’autista mi aveva visto e frenò in tempo. Ma provai vergogna. Tutto quel puntare il dito ora ricadeva su di me. Avevo giudicato gli altri, solo per fare poi la stessa cosa.

Il consiglio di mio padre

Dopo aver perso il mio lavoro al giornale, pregai che Dio mi aiutasse a trovarne un altro. Ma passavano le settimane e io continuavo a mandare curriculum senza ottenere risposte. Iniziai a incupirmi. “Non sai quanto è importante che io abbia un lavoro?” chiesi a Dio, con le braccia conserte in segno di protesta per le preghiere (apparentemente) inascoltate.

Una nuova comunità

Maija, la figlia di cinque anni della mia amica Carrie, ha un approccio interessante al gioco. Le piace mettere insieme bambole e personaggi dei suoi diversi giochi per formare una sola comunità. Nel mondo della sua immaginazione, tutto va insieme. Quei personaggi rappresentano persone, e Maija è convinta che sono più felici se stanno tutte assieme, anche se hanno forme e misure diverse.

Se uno soffre, tutti soffrono

Quando un collega chiamò per avvisare che sarebbe rimasto a casa quel giorno, tutti ci preoccupammo. Aveva fitte acute di dolore e stava male. Dopo una corsa in ospedale e un giorno di riposo a casa, tornò a lavoro mostrandoci la causa del suo male—un calcolo renale. Aveva chiesto al medico di poter portare a casa il sassolino per ricordo. Guardandolo, non riuscii a non ripensare ai calcoli renali che avevo avuto anch’io anni prima. Un dolore devastante.

Portami alla rocca

Ero andata a comprare un umidificatore, quando notai una donna camminare avanti e indietro davanti allo stesso scaffale. Mi chiedevo se anche lei stesse cercando la stessa cosa, così mi spostai per lasciarle lo spazio per avvicinarsi. Iniziammo a chiacchierare su un virus che girava nella zona, e l’influenza aveva lasciato anche a lei una forte tosse e il mal di testa.

Lodare in mezzo ai problemi

“È cancro”. Volevo tanto essere forte quando sentii mia mamma pronunciare quelle parole. Ma scoppiai a piangere. Sono parole che non vorresti mai sentire, nemmeno una volta. Ma questa era la terza battaglia che mia madre combatteva contro il cancro. Dopo una mammografia e biopsia di routine, aveva scoperto di avere un tumore maligno sotto l’ascella.