Il grande Medico
Quando il Dr Rishi Manchanda chiede ai suoi pazienti “Da dove vieni?” non è l’indirizzo ad interessarlo. Ha capito che c’è un problema. I pazienti che vengono da lui spesso provengono da luoghi in cui le condizioni ambientali sono molto stressanti. Muffe, parassiti e tossine ammalano quelle persone. Così il Dr Manchanda è diventato portavoce per quei medici che cercano di risolvere i problemi “a monte”. Ovvero, dottori che, oltre a provvedere le cure mediche più urgenti, lavorano per dare ai pazienti e alle loro comunità condizioni di vita più sane.
Patrimonio nazionale
Quando nel 2014 un’azienda pubblicitaria alterò una foto della famosa statua del David di Michelangelo, il governo italiano e i sovrintendenti della galleria protestarono. Mostrare un’immagine del David con un fucile a tracolla (al posto della sua fionda) è “un atto di violenza, peggio che prendere l’opera a martellate”, per dirla con le parole dell’assessore comunale.
I doni dei Magi
Una giovane coppia di sposi aveva pochi soldi ma molto amore. Avvicinandosi il Natale, entrambi faticavano a trovare un dono che dimostrasse all’altro quanto fosse amato. Alla fine, alla vigilia di Natale, Della vendette i suoi capelli lunghi fino alle ginocchia per comprare a Jim una catenella d’oro per l’orologio che lui aveva ricevuto dal padre (un dono che Jim, a sua volta, aveva ricevuto dal nonno). Jim, però, aveva appena venduto il suo orologio per comprare un bellissimo e costoso fermaglio per i capelli di Della.
Non sono io
Uno dei più famosi direttori d’orchestra del Novecento, Arturo Toscanini, è anche ricordato perché era solito dare i meriti a chi erano dovuti. Nel libro di David Ewen, Dictators of the Baton, l’autore racconta che i membri della New York Philharmonic Orchestra si alzarono in piedi e acclamarono Toscanini al termine dell’esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven. Quando ci fu una pausa nell’ovazione, con le lacrime agli occhi e la voce commossa, Toscanini disse: “Non sono io . . . è Beethoven! . . . Toscanini non è nessuno”.
Il cuore di Cristo
Dopo 400 giorni trascorsi in una prigione egiziana, al suo rilascio un giornalista australiano diede voce alle sue emozioni contrastanti. Da un lato provava un profondo sollievo, dall’altro era molto preoccupato per gli altri amici che restavano in prigione. Dover lasciare gli altri giornalisti arrestati con lui era stato straziante, soprattutto perché non sapeva per quanto tempo ancora sarebbero rimasti lì.
Radici profonde
La sequoia, della famiglia delle Cupressaceae, è tra gli organismi viventi più grandi e longevi al mondo. Può superare i 100 metri di altezza, arriva a pesare anche mille tonnellate e vive fino a 3000 anni! Eppure la maestosa sequoia deve la sua stazza e longevità soprattutto a ciò che sta sotto la superfice. Un fitto groviglio di radici, profonde da due a quattro metri, si allarga per più di un acro di terra, ancorando a terra l’enorme e pesante albero.
Una ragione per sorridere
Sul posto di lavoro, l’incoraggiamento fa la differenza. Il modo in cui i dipendenti parlano tra loro ha un impatto sulla soddisfazione del cliente, sul profitto dell’azienda e sulla serenità dei lavoratori. Diversi studi mostrano che i gruppi di lavoro più efficaci sono quelli in cui l’incoraggiamento è sei volte maggiore che la disapprovazione, il dissenso o il sarcasmo. In ambienti di lavoro meno efficaci, si tende invece a dire tre parole negative per ogni parola positiva.
Da solo nello spazio
L’astronauta dell’Apollo 15, Al Worden, sapeva cosa vuol dire stare dall’altra parte della luna. Per tre giorni, durante il 1971, girò da solo con la navicella Endeavor, mentre due dei suoi compagni lavoravano a migliaia di chilometri sotto di lui, sulla superficie lunare. Le sue uniche compagne erano le stelle, ed erano così tante e fitte che aveva la sensazione di essere avvolto da un fascio di luce.
Qualcuno da toccare
Alcuni passeggeri su una metro in Canada sono stati testimoni di una scena molto intensa, prima ricca di tensione, poi di emozione. Hanno osservato una donna di circa 70 anni tendere la mano verso un giovane arrabbiato, che con i suoi insulti e i toni alti intimidiva gli altri passeggeri. La gentilezza della donna ha calmato l’uomo, che si è inginocchiato sul pavimento e ha iniziato a piangere. Ha mormorato: “Grazie, nonna”, si è alzato e si è allontanato. Più tardi la donna ha ammesso che aveva avuto paura. Ma ha anche aggiunto: “Sono una mamma, e lui aveva bisogno che qualcuno lo toccasse”. Forse il buon senso suggeriva di stare a distanza, ma lei ha rischiato. Il rischio dell’amore.