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Articles by Mart DeHaan

L’oriente incontra l’occidente

Quando alcuni studenti del sud-est asiatico incontrarono un insegnante nordamericano, ad imparare una nuova lezione fu proprio il professore. Dopo aver assegnato alla classe il primo test a risposta multipla, fu sorpreso di notare che gli studenti avevano lasciato in bianco molte delle risposte. Mentre riconsegnava i compiti corretti, suggerì che la prossima volta, piuttosto che non rispondere, provassero a rispondere a caso. Sorpreso, uno degli studenti alzò la mano e chiese: “E se per caso mettessi la risposta giusta? Questo le farebbe credere che so davvero la risposta, mentre non è così”. Studente e insegnante partivano da presupposti diversi.

Colloquio con sorpresa

Su un treno di Londra, affollato di pendolari mattinieri, un uomo urta un altro passeggero che gli cammina davanti, e lo insulta. È quel genere di situazione infelice che raramente ha un seguito. Tuttavia più tardi, quello stesso giorno, accade l’imprevedibile. Un direttore d’azienda manda un messaggio sui social ai suoi amici: “Indovinate chi si è presentato oggi per un colloquio di lavoro?” Nel messaggio successivo spiega cosa era accaduto sul treno, suscitando i commenti e i sorrisi dei suoi amici in tutto il mondo. Immagina come dev’essere entrare in un ufficio per un colloquio di lavoro e scoprire che chi hai davanti è la persona che hai urtato e insultato quella stessa mattina!

Casa

Un giovane rifugiato africano di nome Steven è un uomo senza patria. Pensa di essere nato in Mozambico o Zimbabwe, non ha mai conosciuto suo padre e ha perso sua madre. È fuggito dalla guerra civile, viaggiando da un Paese all’altro e vivendo di elemosina. Senza un documento di identità e nell’impossibilità di provare il suo luogo di nascita, Steven si è presentato in una stazione di polizia inglese, chiedendo di essere arrestato. La prigione gli sembrava un’alternativa migliore che cercare di sopravvivere sulla strada senza i diritti e i benefici di un normale cittadino.

L’anello dell’invisibilità

Il filosofo greco Platone (427-348 a.C.) usò un’immagine molto efficace per descrivere il lato oscuro del cuore dell’uomo. Raccontò infatti il mito di un pastore che scoprì per caso un anello d’oro in una tomba, dopo che un forte terremoto aveva aperto una voragine nel terreno. Sempre per caso si accorse che l’anello aveva la capacità magica di rendere invisibile chi lo indossava. Riflettendo sull’invisibilità, Platone sollevò questa domanda: se la gente non deve preoccuparsi di essere catturata e punita, resisterebbe alla tentazione di fare il male?

L’albero sulla riva

Era un albero da invidiare. Crescendo presso la riva del fiume, non aveva da preoccuparsi per le condizioni del tempo, non doveva temere il caldo o il freddo e neanche le incertezze del futuro. Nutrito e rinfrescato dal fiume, trascorreva le giornate stendendo i suoi rami al sole, aggrappato alla terra con le sue radici; puliva l’aria con le sue foglie, offrendo ombra a chiunque cercasse riposo dal sole.

L’avvocato

Nel giugno del 1962, da una cella di prigione della Florida, Clarence Earl Gideon scrisse una lettera alla Corte Suprema degli Stati Uniti per chiedere che venisse rivisto il suo processo, dichiarandosi innocente. Tuttavia, scriveva, non poteva permettersi di pagare un avvocato.

Crescere nel deserto

Immagina un mondo senza vento. I laghi sarebbero piatti. Le foglie che cadono dagli alberi non danzerebbero sulle strade. Ma in assenza di vento chi si aspetta che un albero cada all’improvviso? Eppure è accaduto nella grande riserva naturale in vetro costruita nel deserto dell’Arizona. Gli alberi, cresciuti all’interno della struttura chiamata Biosfera 2, si sono sviluppati più velocemente del normale, fino a quando all’improvviso sono crollati sotto il proprio peso. I ricercatori del progetto hanno trovato questa spiegazione: per crescere forti, questi alberi avrebbero avuto bisogno di essere esposti al vento.

Amare i nemici

Quando nel 1950 scoppiò la guerra, il quindicenne Kim Chin-Kyung si arruolò nell’esercito sud-coreano per difendere il proprio Paese. Tuttavia, scoprì presto che non era pronto ad affrontare gli orrori della guerra. Quando i suoi giovani amici iniziarono a morire intorno a lui, egli cominciò ad implorare Dio per la sua vita, promettendogli che se fosse sopravvissuto avrebbe imparato ad amare i suoi nemici.

Collegare i punti

Negli anni ’80 dell’Ottocento l’artista francese Georges Seurat introdusse una nuova forma d’arte conosciuta come puntinismo. Come suggerisce il nome, per creare la sua immagine artistica Seurat usò piccoli puntini di colore invece che ampie pennellate. Da vicino, le sue opere sembrano un insieme di singoli punti. Eppure se l’osservatore fa qualche passo indietro, l’occhio umano unisce i puntini dando vita a luminosi ritratti o paesaggi.