Il volto di Dio
Per gran parte della mia carriera da scrittore mi sono dedicato al problema del dolore. Torno sempre sulle stesse domande, e continuare a mettere il dito nella piaga non aiuta a guarire le ferite. I lettori dei miei libri mi scrivono le loro storie drammatiche, dando un volto ai miei dubbi. Ricordo la telefonata di un pastore di un gruppo giovanile che mi ha chiamato dopo aver saputo che la moglie e sua figlia neonata stavano morendo per aver contratto l’AIDS, in seguito ad una trasfusione di sangue infetto. “Come posso parlare ai miei ragazzi dell’amore di Dio?” mi chiedeva sconsolato.
Conto veramente?
Sono in fila al supermercato sotto casa e mi guardo intorno. Vedo adolescenti con teste rasate e anelli al naso carichi di snack, un giovane professionista che sta acquistando una bistecca, degli asparagi e patate dolci; una donna anziana con un sacchetto di pesche e fragole. Ma davvero Dio conosce tutti loro per nome? Mi chiedo. Contano veramente per Lui?
Aiutarsi a vicenda
“Il corpo di Cristo” è una misteriosa frase usata più di 30 volte nel Nuovo Testamento. Soprattutto l’apostolo Paolo usava questa espressione come un’immagine per la chiesa. Dopo che Gesù ascese al cielo, Egli incaricò donne e uomini imperfetti e limitati di proseguire la Sua missione. Gesù ha assunto il ruolo di capo della chiesa, lasciando il compito di braccia, gambe, orecchie, occhi e voce a discepoli imperfetti—come te e me.
Nessuna paura
Quasi ogni volta che nella Bibbia c’è l’apparizione di un angelo, le prime parole che pronuncia sono: “Non temere” (Dan 10:12,19; Mat 28:5; Apo 1:17). Non c’è da stupirsi. Quando il soprannaturale incontra il pianeta terra, di solito gli umani che assistono alla scena cadono a terra spaventati a morte. Ma Luca ci racconta che Dio ha deciso di venire sulla terra prendendo una forma che non ci spaventa. In Gesù, nato in una stalla e messo in una mangiatoia, Dio ha trovato davvero un approccio di cui non dobbiamo avere paura. Cosa potrebbe spaventare meno di un neonato?
Mantenere la fede
Siamo tentati di pensare alla fede come ad una specie di formula magica. Se ne hai abbastanza sei ricco, resti in salute e hai una bella vita, compresa la risposta automatica a tutte le tue preghiere. Ma la vita non funziona secondo belle formule. Come prova, l’autore degli Ebrei ci ricorda cosa sia la “vera fede” ripercorrendo le vite di alcuni giganti della fede dell’Antico Testamento (Ebrei 11).
Rete di sicurezza
Ho pensato per anni al Sermone sul Monte (Matteo 5-7) come ad un esempio per il comportamento umano, uno standard che però nessuno riesce a rispettare. Come ho fatto a non cogliere il vero significato per tutto questo tempo? Gesù non ha pronunciato queste parole per farci sentire frustrati, ma per dirci com’è Dio.
Inizio pasquale
C’è un dettaglio nella storia della Pasqua che mi ha sempre intrigato. Perché Gesù ha deciso di tenere le cicatrici della Sua crocifissione? Probabilmente, da risorto, avrebbe potuto scegliere ogni tipo di corpo, eppure ne scelse uno con cicatrici che si potessero vedere e toccare. Perché?
Fermatevi
Anni fa rispondevo alle lettere nel giro di qualche settimana e tenevo così la mia corrispondenza aggiornata. Poi è arrivato il fax, e i miei destinatari sembravano contenti di ricevere una risposta nel giro di alcuni giorni. Oggi, con le email, i messaggi istantanei e i telefoni cellulari, ci si aspetta una risposta entro lo stesso giorno!
Iniziare dalla sorgente
La mia casa è situata accanto ad un ruscello, in una stretta valle, all’ombra di una grande montagna. Durante la primavera la neve si scioglie e, dopo le forti piogge, il ruscello si gonfia e diventa un vero e proprio fiume. C’è gente che ci è annegata. Un giorno ho deciso di andare alla ricerca della sorgente del ruscello, e ho trovato un campo di neve in cima alla montagna. Proprio da lì la neve, sciogliendosi, inizia il suo viaggio giù dalla montagna e si ingrossa man mano che incontra altri rivoli d’acqua, fino a raggiungere le dimensioni di un ruscello all’altezza di casa.