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Articles by Randy Kilgore

Santo è il Tuo Nome

Un pomeriggio stavo discutendo con un amico che considero essere il mio mentore; la discussine riguardava usare il nome di Dio invano. “Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano”, afferma il terzo comandamento (Esodo 20:7). Forse pensiamo che questo si riferisca solamente all’uso del nome di Dio abbinato a scongiuri, offese o espressioni irriverenti. Ma il mio mentore non perde mai occasione di insegnarmi una lezione di vera fede. Mi ha esortato infatti a pensare ad altri modi in cui è possibile pronunciare il nome di Dio invano.

Oche e persone difficili

Quando ci trasferimmo nella nostra casa attuale, ero felice delle oche che nidificavano accanto al nostro giardino. Ammiravo il modo in cui si prendevano cura le une delle altre, il loro mettersi in fila precisa nell’acqua e la maestosa V che formavano mentre volavano in cielo. Era una vera gioia osservarle crescere i loro piccoli.

Hai perso l’occasione

Oggi ho sentito le parole più tristi che si possano ascoltare. Due credenti in Cristo stavano discutendo su un argomento, riguardo al quale avevano opinioni diverse. Il più vecchio dei due sembrava molto soddisfatto di sé mentre brandiva la Scrittura come un’arma, additando l’altro sulle cose che riteneva sbagliate nella sua vita. Il più giovane sembrava stanco della paternale, stanco dell’altra persona, e scoraggiato.

Tutti bene! Tutto bene!

Nel Gennaio del 1915, la nave Endurance si schiantò e rimase intrappolata nel ghiaccio, al largo delle coste dell’Antartico. Sopravvisse un gruppo di esploratori polari e, guidati da Ernest Shackelton, decisero di raggiungere Elephant Island con tre piccole scialuppe di salvataggio. Intrappolati su quest’isola disabitata, lontano dalle rotte navali più battute, avevano una sola speranza. Il 24 Aprile del 1916, 22 uomini restarono a guardare come Shackleton e cinque compagni presero il largo con una delle scialuppe in direzione South Georgia, un’isola distante 800 miglia. L’impresa sembrava impossibile e, se avessero fallito, sarebbero certamente morti tutti. Fu una grande gioia, dunque, quando ben quattro mesi dopo apparve una nave all’orizzonte e sulla prua si poteva scorgere lo stesso Shackelton che gridava: “State tutti bene?” E si udì il grido di risposta: “Tutti bene! Tutto bene!”

Una nuova creatura

All’inizio della mia carriera ho conosciuto un collaboratore che sembrava divertirsi a usare il nome di Dio in modo profano. Prendeva in giro senza pietà ogni cristiano credente da poco o che cercava di parlare con lui di Gesù. Il giorno in cui lasciai quel lavoro per andare a lavorare in un’altra azienda, ricordo di aver pensato che quell’uomo non sarebbe mai diventato un discepolo di Gesù.

La Lettura di Oggi

Il giornalista Jacob Riis descrisse la povertà presente nella città di New York nel 19° secolo, e la sua descrizione fece inorridire un pubblico generalmente compiacente. Il suo libro How the other half lives (Come vive l’altra metà), combina la sua scrittura con le fotografie scattate da lui stesso, formando un’immagine talmente vivida che il pubblico non poteva più ignorare il fatto che esistesse una disperata povertà. Terzo di quindici figli, Riis scriveva in modo tanto efficace perché aveva vissuto egli stesso in quel mondo di terribile disperazione.

Alza la voce

Quando sento storie di ragazzi vittime di bullismo, noto che ci sono sempre almeno due livelli di sofferenza. Il primo e più ovvio è la conseguenza del male che viene fuori dalla natura crudele di chi si comporta da bullo. È una cosa terribile. Ma c’è un altro livello, ancora più profondo, che spesso finisce per fare ancora più danni del primo: il silenzio degli altri.

Non dire Addio

Francis Allen mi ha portato a Gesù, ed era arrivato il momento in cui lui doveva incontrare Gesù faccia a faccia. Ero a casa sua e si avvicinava l’attimo in cui dovevo dirgli addio. Cercavo qualcosa di significativo e memorabile da dire.

Il segreto “non-segreto”

Un mio collaboratore mi confessò un giorno che non si sentiva esattamente “uguale a Gesù”. Ascoltai mentre si sfogava sulla sua vita “troppo comoda, egocentrica,” una vita che non gli piaceva per niente. “Ecco il mio problema: ho cercato di essere buono, di essere altruista, ma non funziona. Sembra che quello che voglio fare non riesco a farlo; quello che non vorrei fare, invece, è proprio quello che faccio più spesso”.