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Fuori dalle grandi acque

Scrutavo l’acqua intensamente, pronta a cogliere ogni segno di pericolo. Durante i turni di sei ore come bagnino di salvataggio, osservavo dal lato della piscina per assicurarmi che i bagnanti non avessero problemi. Lasciare la mia postazione, o anche solo distrarmi, avrebbe comportato un rischio per chi era nell’acqua. Se qualcuno si trovava in difficoltà, magari per un malore o perché nuotatore inesperto, era mia responsabilità tirarlo fuori dall’acqua e riportarlo al sicuro a bordo piscina.

Ciò che portiamo a casa

John F. Burns ha trascorso quarant’anni a girare il mondo per conto del giornale The New York Times. Nel 2015, in un articolo scritto dopo il suo pensionamento, Burns riprese le parole di un suo amico giornalista che stava morendo di cancro. “Non dimenticare mai,” gli diceva l’amico, “che non è quanto hai viaggiato che fa la differenza, ma cosa hai portato a casa”.

Comunità

“Comunità” è quel posto in cui vive la persona con cui meno vorresti vivere, afferma Henri Nouwen. Di solito ci circondiamo delle persone con cui più ci piace stare: così formiamo un club, un circolo di amici, non una comunità. Tutti possono formare un club; invece ci vuole grazia, una visione condivisa e duro lavoro per formare una comunità.

Non hai avuto il merito?

I musical di Hollywood divennero molto popolari durante gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. In particolare tre attrici, Audrey Hepburn, Natalie Wood e Deborah Kerr, emozionarono gli spettatori con le loro splendide performance. Gran parte del loro successo era dovuto al modo in cui cantavano nei film, ma il merito di quel canto non era veramente loro. Nei film di maggiore successo, le loro voci venivano doppiate in gran parte da Marni Nixon, una cantante rimasta nell’ombra nonostante il suo contributo fondamentale.

“Ho veramente paura”

“Ho veramente paura”. Una ragazzina postò queste semplici e intense parole rivolgendosi ai suoi amici su Facebook, raccontando che doveva fare degli esami medici. Si trovava in un ospedale a tre ore da casa per cercare di capire la causa di alcuni seri problemi di salute. In quel momento, in attesa, provava ansia.

Rivestiti

Nel suo libro Wearing God (“Indossare Dio”), l’autrice Lauren Winner afferma che i nostri vestiti possono comunicare agli altri chi siamo. Ciò che indossiamo può indicare il lavoro che svolgiamo, l’appartenenza a una comunità, la nostra identità, l’umore o lo status sociale. Pensa a una T-shirt con uno slogan, a una divisa da lavoro, a dei jeans consumati: cosa ci dicono questi indumenti? L’autrice scrive: “Mi piace pensare che anche i cristiani, proprio come fanno gli abiti, possano dire qualcosa di Gesù—senza necessariamente usare le parole”.

Un tempo per ogni cosa

Di recente, durante un volo, ho osservato una mamma e il suo bambino seduti qualche fila più avanti della mia. Mentre il bimbo giocava felice, la sua mamma lo guardava negli occhi sorridendo e gli accarezzava il viso. Lui, a sua volta, guardava la madre con occhi pieni di adorazione. Ho gustato quel momento con un pizzico di nostalgia, ripensando a quando i miei bambini avevano quell’età, una stagione già passata da tempo.

Il più potente

Le Cascate dell’Iguazù, al confine tra Brasile e Argentina, comprendono un sistema di cascate che si snoda per 2,7 km lungo l’omonimo fiume. Su un muro, dal lato brasiliano del parco, c’è scritto il versetto del Salmo 93:4: “Più delle voci delle grandi, delle potenti acque, più dei flutti del mare, il Signore è potente nei luoghi altissimi”. E sotto ci sono queste parole: “Dio è sempre più grande di tutti i nostri problemi”.

Oltre le etichette

Una delle chiese nella mia città ha esposto un cartello di benvenuto che esprime l’idea dell’amore e della grazia di Dio per tutti. Dice: “Se sei un . . . santo, un peccatore, un perdente, un vincente”—seguono diversi termini per indicare persone in difficoltà—“un alcolizzato, un ipocrita, un traditore, un pauroso, un ribelle . . . Sei il benvenuto qui”. Uno dei pastori mi ha spiegato: “Ogni domenica leggiamo ad alta voce questo cartello durante il nostro incontro di lode”.