L’email che mi era arrivata da uno dei miei studenti del corso di scrittura all’università esprimeva urgenza. Era la fine del semestre e lo studente si era reso conto che aveva bisogno di un voto più alto nella mia materia per poter partecipare alle attività sportive. Cosa poteva fare? Aveva saltato alcuni compiti, così gli diedi due giorni per completare le tesine e migliorare i suoi voti. Mi rispose: “Grazie. Lo farò”.
I due giorni—e la scadenza—passarono, e non arrivò nessuna tesina. Alle sue parole non fece seguire azioni.
Gesù parlò di un giovane uomo che fece qualcosa del genere. Il padre del ragazzo gli aveva chiesto di svolgere dei lavori nella vigna. Il figlio disse: “Vado, signore” (Mat 21:29). Ma si trattò solo di parole, senza azioni.
Commentando questa parabola, Matthew Henry considera: “Boccioli e fiori non sono frutti”. I boccioli e i fiori delle nostre parole, che possono anticipare le nostre intenzioni di agire, sono vuoti se non c’è il seguito di un frutto. L’esempio che Gesù usava più spesso era quello dei capi religiosi: essi parlavano di obbedienza eppure rifiutavano di fare seguire alle parole un vero ravvedimento. Questa esortazione vale anche per noi. Non è facendo vuote promesse che onoriamo il nostro Signore e Salvatore, ma seguendo Dio “con i fatti e in verità” (1 Giovanni 3:18).
Le nostre azioni nell’ubbidienza a Dio mostrano amore, onore e lode nei Suoi confronti, molto più che parole vuote che pronunciamo per cercare di apparire buoni.