Può un uomo essere ufficialmente vivo, dopo essere stato dichiarato legalmente morto? Questa domanda divenne un caso di interesse internazionale quando un uomo dell’Ohio ricomparve in buona salute dopo essere scomparso per più di 25 anni. All’epoca della scomparsa egli era disoccupato, drogato e irrimediabilmente indietro con il pagamento degli alimenti. Così aveva deciso di nascondersi. Tuttavia, al suo ritorno scoprì quanto è dura tornare dal mondo dei morti. Quando l’uomo si presentò davanti alla corte per cambiare la sentenza che lo dichiarava legalmente morto, il giudice rifiutò la sua richiesta decretando che il limite massimo per modificare la sentenza è di 3 anni.
Questa inusuale sentenza da parte di una corte di giustizia umana finisce per diventare un’esperienza comune per Dio. La lettera di Paolo agli Efesini ci dice che nonostante siamo spiritualmente morti, Dio “ci ha vivificati con Cristo” (Ef 2:1,5). Eppure dichiararci—e renderci—spiritualmente vivi, è costato molto a Dio. Il nostro peccato e la conseguente morte spirituale ha richiesto la sofferenza, la morte e la risurrezione del Figlio di Dio (vv.4-7).
Una cosa è mostrare l’evidenza della vita fisica, ma la vera sfida è mostrare l’evidenza della vita spirituale. Poiché siamo stati dichiarati vivi in Cristo, siamo chiamati a vivere con gratitudine per l’immensa misericordia e per la vita che ci è stata data.