Centennial (Centenario) è un romanzo di James Michener che racconta la storia e l’insediamento nell’Occidente americano. Attraverso gli occhi di un commerciante chiamato Pasquinel, Michener fa convergere la storia degli Arapaho delle Grandi Pianure con quella della comunità di St. Luis, di origine europea. Man mano che questo rude avventuriero si muove tra la crescente confusione della città e gli ampi spazi delle praterie, egli diventa un ponte tra due mondi drasticamente diversi.

I discepoli di Cristo hanno anch’essi l’opportunità di costruire ponti tra mondi diversi: tra il mondo di coloro che conoscono e seguono Gesù e il mondo di coloro che non lo conoscono. I primi cristiani in Tessalonica hanno fatto proprio questo: hanno costruito ponti verso la loro cultura di origine, impregnata di idolatria. Al punto che Paolo poteva dire di loro: “Infatti da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell’Acaia, ma anzi la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo” (1 Te 1:8). Il ponte che essi stavano costruendo aveva due componenti: la “Parola di Dio” e l’esempio della loro fede. Era chiaro a tutti che essi si erano “convertiti dagl’idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero” (v.9).

Mentre dunque Dio rivela Se stesso a coloro che sono intorno a noi attraverso la Sua Parola e l’esempio delle nostre vite, noi possiamo diventare ponti verso coloro che ancora non conoscono l’amore di Cristo.